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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Politiche marittime

Nei porti della Campania arriva il "liberale" Andrea Annunziata

Intervistato dai principali quotidiani nei giorni scorsi, il presidente dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare ha sottolineato più volte l'importanza di coinvolgere i privati, con l'Adsp, però, a fare da garante delle parti sociali, da controllore e gestore

La diga foranea del porto di Napoli

a cura di Paolo Bosso

Intervistato nei giorni scorsi dai quotidiani – Repubblica, Corriere della Sera e Il Mattino - Andrea Annunziata, il nuovo presidente dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, ha elencato le cose di cui si occuperà nell'immediato e nei prossimi quattro anni.

La priorità, ha sottolineato più volte, sarà il confronto con le parti sociali, gli imprenditori, i sindacati e i dipendenti dell'Autorità di sistema portuale. Sul fronte logistico, spiega a Informazioni Marittime, il fulcro saranno le Zone economiche speciali per i collegamenti interni, che coinvolgeranno principalmente gli interporti, e verso l'estero il Corridoio scandinavo-mediterraneo, uno dei tanti che forma la rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), la capillare infrastruttura, soprattutto ferroviaria, che sviluppa la mobilità delle merci tra i Paesi membri. «Con tutto quello che c'è da fare attraverso i finanziamenti PON e con le risorse europee, avremo l'occasione di creare uno dei migliori sistemi portuali del Mediterraneo, sia sul fronte dei passeggeri che delle merci», afferma.

L'Autorità di sistema portuale in questo caso funzionerebbe come «un'azienda di carattere pubblico. Saremo vicini alla buona impresa, a tutti quelli che hanno bisogno di occupazione. Tutti sanno che si lavora per l'interesse pubblico e anche per l'azienda l'interesse deve essere pubblico, perché è nei suoi interessi». 

Il concetto di impresa viene applicato anche «a tutta la fascia costiera della Campania», il cui rilancio, «da attuare insieme a Comune e Regione», è «una grande opportunità per le aree interne, che significa principalmente Zona economica speciale».

Insediato dal 3 febbraio, «la prima cosa che farò sarà un confronto con le parti sociali, le istituzioni, col presidente (della Regione, ndr) De Luca e con i dipendenti dell'Autorità di sistema portuale, la vera squadra che giocherà questa partita, i quali hanno grande qualità e spessore. In generale, però, dobbiamo essere tutti più motivati».

Per quanto riguarda le opere da fare, Annunziata le ha grossomodo divise in opere ordinarie e straordinarie. Le prime, tra le altre, sarebbero la ripresa dei lavori di Salerno Porta Ovest, la bretella per l'autotrasporto che mette in collegamento diretto il porto e l'autostrada; l'ultimazione della nuova stazione marittima del Beverello; la continuazione del nuovo terminal container a Levante, che dovrà delocalizzare e ampliare notevolente l'attuale polo gestito da Conateco e Soteco; la restaurazione e l'apertura alla città dell'Immacolatella Vecchia; la realizzazione di un deposito costiero di gas naturale liquefatto; la messa a regime della Zona economica speciale e il rafforzamento delle connessioni tra i porti e gli interporti, questi ultimi che, messi insieme, hanno il triplo circa degli spazi a disposizione dei tre porti campani messi insieme. 

Le opere straordinare sono sostanzialmente quelle non previste e legate a eventi dell'anno scorso. La mareggiata di fine anno a Napoli ha danneggiato, "bucandola", la diga foranea e portato a un crollo parziale dell'arco borbonico su via Caracciolo, nel centro della città. Saranno questi gli interventi più urgenti da fare (sull'ultimo però la gestione è comunale).

In generale, il nuovo presidente si è mostrato più "liberale" del suo predecessore, Pietro Spirito, sottolineando più volte la necessità di lasciare libertà all'iniziativa imprenditoriale, con l'autorità portuale a fare da gestore e controllore. «Vorrei puntare sul coinvolgimento dei privati – ha detto Annunziata al Corriere del Mezzogiorno – mi riferisco a quegli imprenditori seri che hanno interesse ad investire. Mentre all'autorità pubblica tocca esercitare un controllo che sia di stimolo, non di impedimento alla libera iniziativa. Insomma, mai nessun privato investirà sulla manutenzione dell'arco borbonico, ma sui moli turistici sì». Una strategia, conclude, «che verrà fuori dal confronto con gli imprenditori che lavorano nel porto, con i sindacati e le istituzioni. Non ho una ricetta speciale se non quella che mi offriranno le parti sociali».

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