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19 aprile 2024, Aggiornato alle 15,59
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Infrastrutture

Navi spiaggiate, Shipbreaking Platform: "Scandalo umano e ambientale"

L'anno scorso sono state smantellate 763 tra mercantili e offshore nel mondo. Tre quarti di questo volume ad Alang, Chittagong e Gadani, sulla spiaggia, provocando la morte di decine di persone

Un cantiere navale a cielo aperto a Chattogram, in Bangladesh (NGO Shipbreaking Platform, 2021)

a cura di Paolo Bosso

Nonostante le iniziative internazionali volte a ridurne il fenomeno siano state tante negli ultimi anni – una, più politica che pratica, è stata la scelta dell'Unione europa di passare alla Convenzione di Basilea abbandonando l'inattiva Convenzione di Hong Kong – anche nel 2021 la stragrande maggioranza delle navi in demolizione continua ad essere smantellata in condizioni tali da inquinare ed esporre gli operai a intossicazioni, incidenti e morte. Ovvero, nella maniera più semplice e tradizionale possibile: sulla spiaggia.

Secondo i nuovi dati diffusi della ONG Shipbreaking Platform, l'anno scorso 763 tra mercantili e unità offshore sono state vendute ai cantieri di demolizione. Tre quarti di questo volume, 583 navi tra grandi petroliere, bulker, piattaforme galleggianti, navi da carico e passeggeri, sono finite sulle spiagge del Bangladesh, dell'India e del Pakistan, ammontando quasi alla totalità del tonnellaggio lordo smantellato a livello globale, cioè il 76 per cento. In realtà, sono smantellate da imprese registrate e autorizzate nei Paesi di residenza, ma in condizioni di lavoro e su standard navalmeccanici fuori norma in confronto all'Europa, al Canada, agli Stati Uniti e all'Australia.

«Stiamo assistendo a questo scandalo ambientale e dei diritti umani da troppo tempo. Tutti gli armatori sono consapevoli della terribile situazione nei cantieri di spiaggiamento e della mancanza di capacità per gestire in sicurezza i numerosi materiali tossici a bordo delle navi. Eppure, con l'aiuto dei rottamatori, la stragrande maggioranza sceglie di demolire  le navi in disuso fuori in Asia Meridionale, perché è lì che possono realizzare i profitti più elevati», afferma Ingvild Jenssen, direttore esecutivo e fondatrice di Shipbreaking Platform.

Nel 2021 sono morte 14 persone a Chattogram (o Chittagong), in Bangladesh, mentre 34 sono rimaste gravemente ferite. Due i morti ad Alang, in India, secondo le fonti locali, e altri due a Gadani, in Pakistan. Sono i tre centri di smantellamento navale più importanti al mondo. Alcuni di questi incidenti sono avvenuti su navi di compagnie internazionali come Berge Bulk, Nathalin Co, Polaris Shipping e Winson Oil.

Ad oggi l'Unione europea ha approvato 44 siti in tutto il mondo che smantellano le navi in modo sicuro e rispettoso dell'ambiente. Nessun cantiere dell'Asia Meridionale di quelli citati è incluso, a causa della mancanza di capacità di movimentare e smaltire in sicurezza i materiali pericolosi e della mancanza di infrastrutture adeguate. Nel 2021 sono state registrate solo 37 navi riciclate in strutture approvate dall'Ue, una piccola parte di ciò che questi cantieri sono in grado di gestire.

Leggi tutti i dati sulle navi smantellate nel mondo nel 2021

Il peggior dumper nazionale del 2021 spetta agli Emirati Arabi Uniti, i cui armatori hanno venduto 60 navi spediti nei centri dell'Asia Meridionale, la maggior parte delle quali è stata spiaggiata in Bangladesh e Pakistan. Seguono Singapore, Grecia e Stati Uniti con più di 40 navi spiaggiate ciascuna. «Il ministero dell'Energia degli Emirati Arabi Uniti ha recentemente proposto un nuovo regolamento per promuovere il riciclaggio sostenibile delle navi. Include un chiaro divieto di utilizzo delle strutture di spiaggiamento. È un segnale importante», secondo Nicola Mulinaris, senior communication and policy advisor di Shipbreaking Platform.

La compagnia che spedisce più navi a demolire per spiaggiamento è la sudcoreana Sinokor, avendo demolito 12 gasiere in Bangladesh e Pakistan. Ma anche multinazionali della frutta come Del Monte e Dole, società come BULL, BW Offshore, Knutsen Group, Maersk, International Seaways, Petrobras e Stolt-Nielsen, sono note per aver lasciato smantellare per spiaggiamento diverse navi. Nella maggior parte dei casi non direttamente, semplicemente vendendola prima di spedirla in Asia Meridionale e lasciando fare a un'altra società non collegata.

In questi centri di smantellamento navale lavoratori sono minorenni, smantellando grosse lamiere di acciaio e maneggiano materiali tossici.