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03 maggio 2024, Aggiornato alle 13,33
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L'integrazione dei porti è industriale

Il (rallentato) rimbalzo economico in atto dovrebbe spingere anche gli spedizionieri a verticalizzare i servizi, come accade in Nord Europa. Le ultime dall'assemblea di Fedespedi, che festeggia 75 anni

Alessandro Panaro, Silvia Moretto, Zeno D'Agostino, e Tiziana Ferrario

di Paolo Bosso

Si è conclusa oggi a Venezia l'assemblea pubblica di Fedespedi, la federazione delle associazioni delle imprese di spedizione internazionale, un mondo in cui trovano occupazione circa 50 mila persone, aggregando un fatturato annuo intorno ai 15 miliardi di euro. Ispirati da un mondo che cambia è stato il titolo del convegno della mattina dove, oltre dibattere dell'attualità della categoria, sono stati festeggiati i 75 anni di Fedespedi (in realtà 76, ma il 2020 è stato contato come anno zero). Circa 200 persone hanno partecipato ai lavori, tra associazioni, imprese e partner della federazione.

Iniziamo dalle buone notizie, i risultati raggiunti dalla categoria negli ultimi anni. La presidente di Fedespedi, Silvia Moretto, ne ha marcati tre: la riforma del contratto di spedizione, che modifica il Codice civile; l'avvio della lettera di vettura elettronica grazie la convenzione CMR; e l'attuazione del SuDoCo, lo sportello unico doganale. Tre importanti traguardi, alcuni attesi da tanti anni, in un contesto sempre più digitalizzato che traccia le merci in modo sempre più efficiente. La brutta notizia sono i competitor, che oggi sono gli armatori, le compagnie marittime che acquisiscono e si espandono nei terminal portuali, negli hub logistici e nelle imprese di autotrasporto. Contrariamente agli spedizionieri, sottolinea da tempo Fedespedi, gli armatori godono di maggiori libertà di verticalizzazione (e di un minor carico fiscale), soprattutto tramite i consorzi, enormi alleanze armatoriali che gestiscono i servizi marittimi e stabiliscono i prezzi dei noli marittimi.

«Il fenomeno dei global carrier è in atto da quindici anni - spiega il vicepresidente di ESPO e del sistema portuale di Trieste, Zeno D'Agostino – quello a cui assistiamo oggi è un'integrazione a tutti i livelli. Il sistema portuale che funziona oggi è un sistema industriale integrato alla produzione più che un sistema logistico che si limita a integrare i capannoni e i mezzi di trasporto. I porti stanno diventando luoghi di transito, il grosso del valore si produce altrove. Uno degli esempi più virtuosi è il sistema di Anversa-Duisburg, dove quest'ultimo è il retroporto del primo. In Italia un sistema del genere richiede l'incontro delle esigenze degli interporti con quelle dei porti. A Trieste è stato più facile che altrove, perché le imprese aspettavano proprio un'autorità portuale con una visione, noi siamo stati un mezzo di integrazione. Ma in altre zone, come quella di Padova, dove l'autogestione è più radicata, la sfida è più difficile». 

Dopo il tonfo del 2020, la ripresa dell'economia mondiale e nazionale è stata come quella dell'anno subito successivo a una guerra. Nel 2021 il Pil del mondo è cresciuto quasi del 6 per cento, quello italiano oltre il 6 per cento. Le esportazioni sono cresciute del 21 per cento e le importazioni del 30 per cento. Il 2022 dovrebbe continuare su questa scia ma è rallentato attualmente da una guerra vera, quella in Ucraina. Le stime più recenti del Fondo monetario internazionale prevedono per il Pil italiano una crescita del 2,3 per cento, quasi dimezzato rispetto a tre mesi fa, quando la Russia non aveva ancora invaso l'Ucraina.

I saluti istituzionali dell'assemblea-convegno di Fedespedi sono arrivati, da remoto, dalla viceministra e dal ministro alle Infrastrutture, Teresa Bellanova ed Enrico Giovannini. Al centro, gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che per i porti e la logistica destina volumi finanziari notevoli. Bellanova ha sottolineato come per le nuove generazioni e le donne «è centrale la condizione dell'affidabilità del sistema, come insieme di regole certe e stabili nel tempo per garantire agli operatori e al contempo l'impiego di capitali pubblici e privati in un segmento caratterizzato da tempi lunghi per il ritorno degli investimenti. In questo sistema è determinante il ruolo di Fedespedi, Confetra e delle loro associazioni diffuse su tutto il territorio. La programmazione deve segnare il nostro lavoro, com'è accaduto nell'ultimo tavolo dell'autotrasporto, che ha prodotto risultati importanti». Per Giovannini, accanto a investimenti nelle infrastrutture fisiche e digitali abbiamo bisogno di rendere più fluido tutto il sistema e abbiamo anche bisogno di operatori forti in grado di fronteggiare la competizione internazionale ma anche di caratterizzarsi per una cooperazione che metta insieme trasporti a lunga gittata, di ultimo miglio, viste anche le caratteristiche del nostro Paese». 

Il convegno ha poi preso il via con gli interventi dell'assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Turismo del Comune di Venezia, Simone Venturini, e del presidente dell'Autorità di sistema portuale di Venezia, Fulvio Lino Di Blasio.

L'assemblea, condotta e moderata dalla giornalista Tiziana Ferrario, è stata suddivisa in due panel di approfondimento. Il primo incentrato su Shipping: tra efficienza dei servizi e norme europee: grazie ai dati e agli input condivisi da Olaf Merk, Administrator Ports&Shipping - International Transport Forum OECD e Alessandro Panaro, Head of Maritime&Energy, SRM, sul mercato del trasporto marittimo, la moderatrice ha sollecitato commenti e considerazioni dall'osservatorio del parlamentare europeo Marco Campomenosi di Zeno D'Agostino, Vice-chair ESPO - The European Sea Ports Organisation. Nel secondo panel, Sfide e opportunità del cambiamento: digitalizzazione, sostenibilità e nuove competenze, l'attenzione è stata sul ruolo delle partnership di Fedespedi in ambito pubblico e privato, con gli interventi di Marcello Minenna, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli;  Antonella Bianchi, dirigente direzione dogane Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Francesco Benevolo, direttore RAM Logistica, Infrastrutture e Trasporti; Fabio Florio, Business Development Manager & Innovation Center Leader CISCO Italia; Andrea Fossa, direttore scientifico Osservatorio Contract Logistics Politecnico di Milano; Francesco Baroni, Country Manager Italia GiGroup; e Enore Facchini, presidente FASC.

Le conclusioni della giornata sono state affidate a Guido Nicolini, il presidente di Confetra: «Una storia quella di Fedespedi fatta di importanti riconoscimenti e risultati concreti a beneficio delle aziende associate del settore da ascrivere anche ad una collaborazione, quella tra Confetra e Fedespedi, leale, intensa, genuina, dove ognuno ha messo a disposizione dell'altro le proprie competenze, le proprie funzioni, le proprie idee: questo è il patrimonio più importante da consegnare a chi verrà dopo di noi. Non c'è dubbio che questo modo di lavorare abbia accresciuto incredibilmente l'autorevolezza dell'intero nostro Sistema associativo agli occhi dei decisori pubblici».