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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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La solitudine e l'amore degli uomini di mare

Alla libreria Feltrinelli di Napoli Vincenzo Onorato presenta il suo terzo romanzo, "Quando saremo vento sulle onde del mare"


Diverse storie legate al mare con un unico protagonista. "Quando saremo vento sulle onde del mare", edizioni Mondadori, è il terzo romanzo di Vincenzo Onorato, armatore napoletano di quarta generazione aderente a Confitarma e presidente della compagnia di navigazione Moby Lines, nonché del Mascalzone Latino Sailing Team. Il romanzo narra la storia del figlio di un vecchio nostromo severo e inflessibile che a soli tredici anni si imbarca come mozzo su una nave da carico panamense. Così presto perché, a detta del padre, è tempo di diventare un uomo. Una fulminante carriera che lo porterà a essere primo ufficiale di coperta a soli 21 anni. E poi l'amore, la passione per questo mondo a sé dove una volta salito non hai più voglia di scendere.
«La genesi di questo libro – racconta Onorato alla libreria Feltrinelli di Napoli nel corso della presentazione del romanzo – è dovuta a un evento in particolare. Sfogliando il libretto di navigazione del comandante di mio padre, Zio Attilio, mi ritrovai di fronte una piccola biografia quantomeno sorprendente: aveva un imbarco e nessuno sbarco, 35 anni di navigazione senza mai scendere da terra. Poi, proprio nel periodo in cui ritornò a terra la moglie morì. "Mi manca moltissimo" diceva, ma come faceva a mancarti se non la vedevi quasi mai? Così la vita di quest'uomo è stata fonte di ispirazione. La vita del marinaio, la solitudine di tutti gli uomini di mare, la loro capacità di sentirsi a casa solo quando sono imbarcati. La vita in mare come metafora dell'esistenza umana, un'esistenza precaria di cui il marinaio ne ha una forte consapevolezza». Il ritratto di un'epoca ormai tramontata. «La facilità con cui oggi si guida un bestione di 150mila tonnellate ci dice come siano cambiate le cose – spiega Onorato – oggi l'equipaggio vive comodamente, non si fanno più quei sacrifici che componevano come tanti tasselli la vita della gente di mare napoletana». 
Quanto è cambiata la figura dell'armatore? «Molto», dice Onorato, «una volta la sua figura coincideva con quella del capitano, oggi sono più degli esperti di finanza e dubito che tutti abbiano mai affrontato una tempesta in mare».
Paolo Bosso