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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Politiche marittime

La riforma dei porti passa anche alla Camera

Parere favorevole della Commissione Trasporti. Ora manca solo il decreto del Consiglio dei ministri. Passa anche la norma transitoria che dà, a chi lo richiede, tre anni di autonomia. Le reazioni parlamentari


Nel provvedimento circa la revisione della legge 84/94 resta la norma circa la transitorietà accordata a quelle autorità portuali accorpate che vogliono utilizzare un periodo, fino a 36 mesi, per conservare autonomia amministrativa e finanziaria dai porti sedi di sistema. È il caso di Salerno che ha ingaggiato, in sede di Conferenza Stato-Regioni, una battaglia per restare autonoma da Napoli ma allo stesso tempo essere rispettosa della legge.
 
«La Camera ha pienamente confermato -afferma in una nota il deputato Tino Iannuzzi (Pd) - la norma transitoria definita in Conferenza Stato-Regioni, voluta dal governatore De Luca e dal vice-presidente Bonavitacola con la condivisione del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio (l'emendamento n. 1). Nel parere si ribadisce che il presidente della Regione interessata inoltra al ministro richiesta motivata sulla base di criteri oggettivi di valutazione per la conservazione dell'autonomia amministrativa e finanziaria di Autorità portuali già costituite, per un periodo congruo, "non superiore a 36 mesi" così come espressamente indicato nella predetta norma transitoria. Tale proroga, poi, è disposta con decreto del Presidente del Consiglio su proposta del ministro delle Infrastrutture, che dovrà disciplinare tutta la fase transitoria, comprese le regole relative alla nomina e composizione degli organi di governo proprio secondo quanto indicato nell'ultimo comma della norma suggellata in Conferenza Stato-Regioni».

Nell'esprimere soddisfazione per il parere sulla importante riforma dei porti, proposto dal relatore Mario Tullo ed approvato in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, all'indomani dell'approvazione da parte del Senato, Iannuzzi sottolinea come «l'Autorità Portuale di Salerno abbia obiettivamente tutte le condizioni per richiedere e conseguire la conservazione delle sue funzioni per tutto il periodo possibile di 36 mesi. Infatti il porto di Salerno presenta tutti gli indici di riferimento della Economia portuale in costante e forte crescita: dal trend del traffico passeggeri, merci e container, all'andamento crocieristico, alla capacità di spesa per investimenti con fondi nazionali ed europei e di realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche necessarie, al volume delle entrate annuali. Inoltra vanno considerati la estensione territoriale, a cominciare dalle fasce costiere, ed il bacino di popolazione complessiva della Campania».
Di tutt'altro avviso l'opinione di Anna Maria Carloni (PD) che sulla norma transitoria evidenzia «i rischi del meccanismo di moratoria. Una deroga così rilevante –spiega– potrebbe vanificare gli obiettivi della riforma, premiando i fautori dello status quo, e sacrificando, in nome di interessi localistici ed affaristici di pochi, i benefici per l'intera comunità. Infatti, l'introduzione di un regime transitorio, nel quale le nuove Autorità di Sistema Portuale potrebbero dover coesistere con le vecchie singole Autorità Portuali, porterà un periodo di caos, nonché di squilibrio, nell'intero sistema portuale italiano. Inoltre, accedere alla possibilità di una moratoria potrebbe accendere l'interesse ad autoconservarsi di un elevato numero di Autorità Portuali, un numero ben più rilevante di quanto preventivato. E' dunque importante che il Governo preveda criteri e meccanismi attuativi molto selettivi e davvero capaci di contrastare deroghe non supportate da reali e forti motivazioni oggettive. Infine, è importante ricordare come l'obiettivo della riforma portuale –conclude Carloni– fosse creare un sistema più snello e meno burocratico. Ritardare tale processo rischia invece di consegnare al Paese un sistema più complesso e ridondante, anche e soprattutto nelle procedure».