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01 maggio 2025, Aggiornato alle 08,44
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Infrastrutture

La crisi della nautica, la speranza viene dall'Oriente

I programmi di investimento asiatici nel diporto stanno surclassando quelli europei. Per Assomarinas si tratta di un'opportunità unica per la languida realtà italiana che vede così aprirsi un nuovo mercato


E' ormai una certezza. Dopo i i container, i cinesi sono destinati a entrare prepotentemente anche nel mercato del turismo nautico. Dal World Marinas Conference dell'Icomia (International Council of Marine Industry Associations) di Singapore la previsione è netta: i programmi di investimento asiatici nel diporto stanno completamente surclassando i livelli europei, sia nelle piccole imbarcazioni che nei megayachts. 
La domanda in Estremo Oriente sta crescendo esponenzialmente, come ha osservato il presidente di Assomarinas (Associazione Italiana Porti Turistici) e chairman Img (Icomia Marinas Group) Roberto Perocchio. Ma con la crisi che ormai da più di due anni sta subendo il mercato italiano, questa nuova realtà rappresenta un'opportunità molto importante per il nostro paese. L'esplosione di centinaia di progetti di ristrutturazione dei waterfront asiatici portano infatti con sé nuove occasioni per la commercializzazione di imbarcazioni. Un'enorme opportunità per i cantieri nautici italiani che i grandi brands, insieme ad Ucina, stanno già presidiando. «Il Dipartimento Porti Turistici di Icomia - ha detto Perocchio - ha potuto consolidare l'estensione delle proprie relazioni asiatiche con il coinvolgimento nell'attività di confronto e di trasferimento di conoscenza di coreani, cinesi, indonesiani, filippini, malesi e indiani oggi molto fiduciosi nella opportunità di valorizzazione costiera e quindi di possibili business che la nautica da diporto può offrire nel sud-est asiatico che oggi rappresenta un circuito di itinerari nautici con una biodiversità, in termini di fauna e flora marina, di almeno dieci volte superiore a quella mediterranea. In rapporto allo slancio con cui quest'area si sta proiettando nel futuro - ha concluso Perocchio - il recente decreto sullo sviluppo del comparto varato dal governo italiano è paragonabile ad una goccia nel mare anche se per gli operatori italiani assetati di opportunità di lavoro, rappresenta comunque un prezioso segnale di tendenza verso una maggiore competitività del nostro sistema nautico».