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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Politiche marittime

Idrogeno sulle navi, mancano i distributori ma non le imbarcazioni

Dalla Francia - con lo zampino dell'Italia - e dall'Inghilterra due esperimenti con motori alimentati "ad acqua": il veliero Zero CO2 e la chiatta Ross Barlow


L'idrogeno inizia ad affacciarsi sempre più nel mondo marittimo. Due iniziative in particolare: una dalla Francia – con lo zampino dell'Italia – e una dall'Inghilterra.
Dall'Oltralpe si tratta di un veliero di 12 metri (nella foto) alimentato "ad acqua". L'imbarcazione prototipo è stata presentata la settimana scorsa nel porto di Rosignano (Livorno) ed è frutto di un contratto tra il Commissariato francese delle energie alternative, l'università 'Fourier' di Grenoble e il cantiere navale Fora Marine di La Rochelle che ha coinvolto per la realizzazione la Solvicore - joint venture nata nel 2006 dalla sinergia delle aziende Solvay e Umicore – società di ricerca e produzione di assemblaggi di membrane ed elettrodi, cuore delle pile a combustibile (usate per l'eco-veliero).L'investimento complessivo è notevole: 2 milioni di euro. Il motore funziona con un sistema ibrido con cella a combustibile. Non mancano i pannelli fotovoltaici e un piccolo impianto eolico che fornisce tutta l'elettricità di cui il veliero a bisogno. 
Zero CO2, com'è stato battezzato, ha una capienza di 150 litri di idrogeno , un'autonomia di 15 giorni di navigazione e potrebbe produrre energia per 5 appartamenti. Per farlo navigare servirebbe un regolare rifornimento di idrogeno a cominciare dai distributori, ma attualmente questo tipo di servizio è garantito solo da alcune imprese, anche se per un singolo distributore basterebbe un impianto fotovoltaico. Didier Bouix, Roland Reynaud, Arnaud Pillon Bouche e Pierre Kermen, i quattro ingegneri-marinai dietro il progetto, stanno ora cercando finanziamenti per ottimizzare il motore e fare un tour scientifico sull'inquinamento del Mediterraneo e in particolare sull'influenza che ha l'inquinamento atmosferico su di esso.
L'altro progetto verde riguarda invece un altro tipo di imbarcazione, meno raffinata ma altrettanto affascinante e, rispetto al veliero, già collaudata con successo. I ricercatori dell'Università di Birmingham hanno preso Ross Barlow, una vecchia chiatta a benzina utilizzata per la navigazione nei canali, hanno buttato via il motore diesel e rimpiazzato il tutto con un motore elettrico ad alta efficienza, una normale batteria per i servizi e un sistema di batterie a idrogeno per aumentare la propulsione dell'imbarcazione.
I collaudi sono cominciati nel 2007 quando l'imbarcazione ha affrontato il suo primo viaggio con il motore a idrogeno lungo i canali della Gran Bretagna. Lo scorso anno poi l'unità ha effettuato il suo percorso più impegnativo: 105 chilometri in quattro giorni.
Il progetto di Birmingham, in parte finanziato dall'ufficio federale per l'Energia svizzero (Sfoe), ha una capienza da 50 kWh pari a 20 cilindri contenenti gas pressurizzato, per una capacità di 10 litri ciascuno.
Pur non avendo ancora una distribuzione normale di rifornitori, la chiatta richiede comunque poco "combustibile" per circolare, sfruttando al 30% la benzina tradizionale. Nei test effettuati lungo i canali inglesi si è visto che la chiatta, viaggiando per circa 650 chilometri l'anno, deve rifornirsi di idrogeno soltanto una volta al mese e può rimanere stivato sulla nave fino a 100 anni.