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18 marzo 2024, Aggiornato alle 16,46
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Politiche marittime

Grandi navi via da Venezia, Federagenti: "Decisione grave"

Dura e polemica lettera aperta dell'associazione al premier Draghi. Si parla di azzeramento delle crociere, di musealizzazione e di sparizione del porto dalla carta dei traffici mondiali

Alessandro Santi, presidente di Federagenti (Messaggero Marittimo/Youtube)

Con una dura lettera aperta al presidente del Consiglio, Mario Draghi, Federagenti, l'associazione italiana degli agenti marittimi, contesta la decisione del governo di vietare il transito delle grandi navi da crociera a Venezia a partire dal primo agosto. Senza approdi alternativi e con la necessità di riprogrammare tutti gli arrivi nel secondo porto dopo Civitavecchia per questo tipo di turismo, si rischia di paralizzare nuovamente un indotto molto importante per la zona, già stoppato da oltre un anno dalla pandemia.

Federagenti ha calcolato che il divieto coinvolge almeno 4 mila famiglie, «e in prospettiva su altre 21 mila», afferma il presidente Alessandro Santi. «Alla mancanza di scelte dei passati anni e dei precedenti governi della questione ‘grandi navi' - continua - viene ora posta soluzione che rappresenta una drammatica discontinuità che non permette in nessuna maniera fasi di transizione e, in mancanza di ormeggi ancora disponibili e comunque sufficienti, obbliga immediatamente le compagnie a modificare itinerari e programmazione per i prossimi anni trovando nuovi porti di scalo, probabilmente non in Adriatico e forse neppure in Italia. Anche il naviglio di lusso viene penalizzato abbassando ulteriormente il limite imposto dal decreto Clini Passera da 40 mila a 25 mila tonnellate di stazza e introducendo ulteriori nuovi limiti dimensionali derivati da imprecisate analisi di rischio: un colpo mortale per il traffico crocieristico di alta gamma e che garantiva pernottamenti nei cinque stelle e laute spese nei negozi dell'area marciana». 

Federagenti è parecchio polemica. Parlando di una Venezia che diventa così un «monumento sul mare», di una «mortificante museizzazione», di un «azzeramento di un porto crociere», di una «decisione gravissima assunta all'insegna di un politicamente corretto», di un decreto che rischia di far sparire Venezia «dalla carta dei traffici mondiali». Per Santi «la sostenibilità sociale viene messa in secondo piano rispetto a quella culturale. Nessun dialogo o confronto ma scelte terribilmente impattanti e proposte nebulose di sostegni economici simil Covid». 

«Dal mese di agosto, forse, vedremo una città migliore – conclude Santi - dove i problemi, e non sono pochi, spariranno di colpo, almeno negli obiettivi del Governo e con il compiacimento dell'UNESCO e di molti ‘cittadini del mondo': di certo, però, c'è che è stata decretata la morte delle crociere a Venezia e della cultura e professionalità, patrimonio di tante donne e uomini che, come fatto da tanti veneziani in questi anni, lasceranno la città per andare a fare i professionisti e i ‘cittadini' in altri porti del mondo».

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