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02 maggio 2024, Aggiornato alle 16,35
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Politiche marittime

"Gioia Tauro non si ferma". Centinaia al flash mob contro la direttiva ETS

Una manifestazione per sensibilizzare il governo e l'opinione pubblica sul rischio per i porti di trasbordo di perdere traffico dal 2024


Sono state diverse centinaia le persone che oggi hanno voluto esprimere la loro solidarietà al porto di Gioia Tauro, che il prossimo anno, come tutti gli scali di trasbordo italiani, entrerà in una fase di incertezza legata all'ingresso del trasporto marittimo nel sistema europeo di scambio delle quote di carbonio, l'Emission Trading System (ETS, o EU ETS). Recentemente l'Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro ha pubblicato un manifesto in cui sottolinea come con l'entrata in vigore nel 2024 della direttiva europea 2023/959 gli scali di trasbordo italiani rischiano di subire una pesante concorrenza "sleale" dai porti limitofri esteri non inclusi nell'ETS, che risulterebbero meno costosi e più appetibili per le compagnie marittime e i caricatori. Il rischio, concretamente, secondo i partecipanti alla manifestazione, è che nei prossimi mesi diversi porti italiani perdano servizi marittimi. È prevista nella direttiva una "clausola di trasbordo", ma secondo l'associazione dei porti europei non basta. Stamattina, sopra il gate dello scalo portuale di Gioia Tauro è stato stretto uno striscione, "Il porto di Gioia Tauro non si ferma". 

Tra i presenti alla manifestazione, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, diversi esponenti delle istituzioni regionali, parlamentari ed europarlamentari calabresi, oltre 50 sindaci, tutte le sigle sindacali, le imprese portuali, tra le quali la nota azienda Tonno Callipo, con 52 dipendenti accompagnate dal presidente Pippo Callipo. Tra le associazioni di categoria, ha partecipato Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, e poi l'intera comunità portuale.

Il porto di Gioia Tauro offre lavoro a circa 4 mila persone tra diretto ed indotto, produce quasi il 50 per del Pil privato calabrese e rappresenta la più grande piattaforma logistica di trasbordo dell'Italia e dell'Europa meridionale, nonché uno dei più grandi hub portuali del Mediterraneo.

«Dopo aver doverosamente sensibilizzato governo nazionale e Commissione europea, anche suggerendo soluzioni condivise con altri porti europei coinvolti, - spiega il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno Meridionale e dello Ionio, Andrea Agostinelli - abbiamo inteso promuovere una manifestazione spontanea davanti al nostro gate portuale, che ha visto un'altissima e autorevole partecipazione, con il coinvolgimento dei livelli apicali della politica calabrese, delle istituzioni locali, parlamentari, delle forze produttive e di tutte le organizzazioni sindacali, durante la quale l'intera Regione si è stretta intorno al proprio porto ed ai suoi lavoratori, confidando che una azione politica trasversale ed unita possa riflettersi, a livello di Unione europea, in un sollecito "riesame" della Direttiva ETS». 

«La Direttiva 2023/959 – continua Agostinelli - cui deve essere riconosciuto il merito di perseguire interessi nobili quali la tutela dell'ambiente, tuttavia preoccupa, e non poco, l'assetto della logistica europea con il rischio di un effetto distorsivo nel settore strategico dei trasporti marittimi. Le stesse istituzioni europee sono consapevoli del rischio di delocalizzazione degli hub di transhipment europei, tanto da aver previsto una norma specifica antievasione che, sebbene comprovi la fondatezza del rischio, non risolve assolutamente il problema, poiché mantiene un favor ai porti nord-africani in tema di rimborso delle emissioni prodotte».