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29 marzo 2024, Aggiornato alle 10,06
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Fincantieri in rosso, ma il portafoglio resiste

Dopo nove anni di attivo il bilancio registra un passivo di 64 milioni di euro. Portafoglio ordini aumenta i ricavi dell'11% e raggiunge i 10,1 miliardi di euro


Il 2009 è stato un anno a doppia faccia per il gruppo Fincantieri. Un considerevole portafoglio ordini ha aumentato i ricavi dell'11% arrivando a 3.269 milioni di euro ma il bilancio, dopo nove anni di attivo, è in rosso per 64 milioni. Un risultato negativo dovuto, secondo il gruppo cantieristico, a «oneri ricorrenti» per 75 milioni e oneri straordinari per 9 milioni, affiancati da «vuoti di lavoro che si concretizzano, in parte nell'esercizio in parte in quelli futuri, in alcune unità operative soprattutto dell'area mercantile con il ricorso alla cassa integrazione». 
Il consiglio di amministrazione ha approvato così il progetto di bilancio. Nel 2009 sono stati acquisiti ordini per 1,8 miliardi (2,5 nel 2008) portando il portafoglio a 10,1 miliardi. Il risultato della gestione ordinaria del gruppo è positivo per 20 milioni di euro (-9% rispetto ai 22 milioni del 2008) e il margine operativo lordo (Ebitda) è di 125 milioni, -11,3% sui 141 del 2008.
L'ultimo bilancio in rosso per Fincantieri risale al 1999, anno in cui il gruppo ha perso 236 milioni di euro di perdita netta consolidata, seguiti da nove anni in crescita costante con un picco nel 2004 (101 milioni di utili). L'anno scorso l'indebitamento finanziario netto è aumentato da 64 milioni a 151. 
Si tratta di un periodo difficile che, nonostante la cassa integrazione e i conti in rosso, riflette gli andamenti del mercato e dimostra una discreta solidità da parte dell'azienda, considerando che è stata l'unica all'inizio di quest'anno ad aver ricevuto commesse. «E' un bilancio improntato alla massima prudenza – spiega l'amministratore delegato Fincantieri Giuseppe Bono – e al rafforzamento dell'azienda affinché possa presentarsi alla ripresa del mercato con i conti in ordine per continuare il suo sviluppo e accrescere la sua leadership mondiale».