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17 settembre 2025, Aggiornato alle 16,04
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Politiche marittime

Ferrovie, Zes e formazione per rilanciare il porto di Civitavecchia

Sono stati i temi principali discussi nel corso di un incontro tenutosi in Adsp tra il commissario Latrofa e i sindacati, in cui si è discusso dello sviluppo del traffico merci


«Con il superamento della soglia di 3,5 milioni di passeggeri, lo scalo è tra i primi al mondo per quanto riguarda le crociere: tuttavia il traffico complessivo del network portuale laziale ha registrato, nel primo semestre 2025, un calo del 3,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente in termini di tonnellate di merci. Per parte nostra riteniamo che i porti laziali non debbano essere pensati come semplici stazioni di transito, ‘vetrine crocieristiche', ma come snodi strategici per le reti logistiche internazionale e per lo sviluppo economico-industriale». Lo afferma in una nota il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, a margine di un incontro tenutosi nel porto di Civitavecchia, nella sede dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno Centro Settentrionale, tra il commissario dell'Adsp, Raffaele Latrofa, e i sindacati.

Tema del vertice, lo sviluppo del porto di riferimento di Roma, primo porto crocieristico d'Italia ma che negli ultimi tempi ha visto calare il tonnellaggio complessivo delle merci. Secondo Masucci «sono tre gli elementi principali da mettere in campo con uno sforzo congiunto di tutte le parti: innanzitutto, una pianificazione coraggiosa basata sull'intermodalità. Senza collegamenti ferroviari efficienti, retroporti funzionali e un'integrazione reale con i corridoi TEN-T europei, rischiamo di condannare il porto a diventare una cattedrale del mare: al contrario, la creazione di una rete di collegamenti efficienti con l'aeroporto di Fiumicino e il rafforzamento delle vie autostradali, a partire dal corridoio Roma-Latina, potrebbero garantire connessioni tra i poli produttivi regionali, sostenere fortemente l'export regionale ed essere volano per il comparto farmaceutico, che incide per il 40 per cento sui 32 miliardi di esportazioni registrati dal Lazio nel 2024».

«In secondo luogo - continua Masucci - è fondamentale che il porto dialoghi con l'industria anche attraverso la creazione di cluster logistici, la valorizzazione delle aree retroportuali e l'auspicabile estensione della ZES unica al Lazio, con le conseguenti agevolazioni e semplificazioni autorizzative. In terza istanza, è fondamentale la formazione di nuove competenze: nel 2024 il 40 per cento delle imprese logistiche denunciava difficoltà a reperire tecnici qualificati, deficit che si può colmare investendo negli Its Academy e quindi nella formazione di professionalità specializzate nei flussi intermodali, nella digitalizzazione e sostenibilità».