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10 maggio 2025, Aggiornato alle 07,48
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Infrastrutture

ESPO: "Ben venga il GNL, ma non come obbligo"

L'associazione valuta con preoccupazione la proposta della Commissione Europea di imporre agli scali della rete TEN-T la costruzione di impianti di rifornimento di combustibili alternativi


Favorire la diffusione negli scali europei delle stazioni di rifornimento di GNL, è un conto. "Obbligare" i porti a dotarsi di questi impianti, anche quando dovessero dimostrarsi improduttivi, è tutt'altra storia. A evidenziare questa non trascurabile differenza è l'European Sea Ports Organisation (ESPO), che valuta con una certa preoccupazione l'intenzione della Commissione Europea di imporre ai porti che rientrano nel "core network" della rete transeuropea dei trasporti TEN-T di costruire impianti per l'erogazione di gas naturale liquefatto alle navi. La disposizione fa parte del pacchetto di misure "Energia pulita per i trasporti" annunciato nei giorni scorsi a Bruxelles e che mira a creare una rete di stazioni di rifornimento di combustibili alternativi in tutto il continente. Nella proposta di direttiva si ipotizza di installare stazioni di rifornimento di GNL in tutti i 139 porti marittimi e interni della rete TEN-T rispettivamente entro il 2020 e il 2025. La Commissione ha precisato che non si tratta di grandi terminal gasieri, quanto di stazioni di rifornimento fisse o mobili.
L'ESPO ricorda che ha sempre sostenuto la diffusione del GNL e l'uso dell'elettricità della rete terrestre per le navi all'ormeggio, ma dubita che l'imposizione di tali stazioni di rifornimento in tutti i principali porti della TEN-T sia una misura opportuna, "dal momento che - ha spiegato il segretario generale dell'associazione, Patrick Verhoeven - non può esserci un mercato in tutti questi porti, mentre potrebbe esserci in altri porti ‘non-core'. Riteniamo che punti di rifornimento di GNL dovrebbero quindi essere realizzati in quei porti dove ciò ha effettivamente senso, se non vogliamo correre il rischio – conclude Verhoeven – di sviluppare strutture in gran parte inutilizzate o sottoutilizzate".