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02 maggio 2024, Aggiornato alle 12,09
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Infrastrutture

Dragaggi, il ministero dell'Ambiente lavora a una riforma

L'obiettivo è statuare i sedimenti dragati non più come rifiuti ma come risorsa da trattare (per esempio per tombare). Assoporti: "Siamo sulla strada giusta"

(Ed Dunens/Flickr)

Un altro passo avanti verso la semplificazione normativa dei dragaggi portuali, un'attività di manutenzione ordinaria dei fondali che in Italia è sempre stata molto complessa e lunga da realizzare, per via delle prescrizioni ambientali estremamente cautelanti che di fatto portano spesso a bloccarne l'ultimazione. La novità è che il ministero dell'Ambiente sta lavorando a una riforma della normativa (uno schema di decreto, come precisa Andrea Moizo su Shipping Italy) che riconosce il sedimento marino non più come un rifiuto, quindi da trattare con particolari carotaggi e analisi, ma una risorsa (generalmente, i sedimenti dragati sono utili per tombare gli specchi acquei portuali e allargare le banchine, ma se vengono trattati come rifiuti questa operazione diventa praticamente impossibile da ultimare).

Il dragaggio, nelle intenzioni della viceministra del ministero dell'Ambiente, Vania Gava, diventa quindi il sottoprodotto di una attività economica, com'è appunto il dragaggio. Questa risorsa può essere valorizzata nella realizzazione delle opere portuali, banchine e opere di difesa, ma anche utilizzata dall'economia retroportuale (è italiana la ricerca, finanziata dall'Europa, che permette di trasformare sedimento e gusci delle cozze in materiale edile).

«Siamo sulla strada giusta», commenta in una nota il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, insieme al delegato per la semplificazione delle norme sui dragaggi, presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico Meridionale, Ugo Patroni Griffi. Da anni Assoporti sottolinea con decisione la necessità di dotare il Paese di una normativa sui dragaggi simile a quella vigente nella gran parte degli stati europei, in particolare quelli che hanno una sviluppata economia portuale, come elaborati dall'imprenditore belga Gunther Pauli. Nelle priorità rappresentate da Assoporti al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al primo posto è stata richiesta la riforma della normativa sui dragaggi per lo sviluppo della portualità.

La normativa attuale, sottolinea Assoporti, obsoleta e in contrasto con i dettami della economia circolare e dell'end-of-waste, rallenta la realizzazione delle opere portuali, infrastrutture strategiche dello Stato, e ne centuplica i costi di realizzazione. Se infatti la riforma della normativa sui dragaggi fosse completata, anche per quanto riguarda l'utilizzo dei sedimenti nella realizzazione delle opere portuali e del loro deposito temporaneo, molte opere finanziate dal PNRR riceverebbero una significativa accelerazione, e costerebbero molto meno liberando risorse per altre importanti opere.

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Tag: dragaggi