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29 marzo 2024, Aggiornato alle 10,06
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Politiche marittime

Dossier demolizioni, dall'Europa tante navi spiaggiate

L'anno scorso il 28,3% delle navi demolite in India, Bangladesh e Pakistan con metodi pericolosi e inquinanti battevano bandiera Ue. La Grecia l'armatore peggiore


Sono ancora tante le navi battenti bandiera europea o di proprietà di armatori europei demolite con metodi altamente inquinanti e pericolosi. Ben 182 sulle 641 demolite "malamente" l'anno scorso, il 28,3% del totale (la lista completa). È quello che emerge dall'ultimo rapporto annuale dell'organizzazione no-profit Ngo Shipbreaking Platform, che monitora ogni anno le unità navali spedite in  Asia meridionale - principalmente in India, Bangladesh e Pakistan -  che vengono demolite con metodi che violano la Convenzione di Hong Kong, non ancora adottata, dell'International Maritime Organization (IMO) del 2009 e la direttiva Ue 1257 del 2013. La prima impegna i 170 stati membri dell'Imo a «prevenire, ridurre, minimizzare e, per quanto possibile, eliminare» incidenti per l'uomo ed effetti nocivi per l'ambiente provocati dalla demolizione e dal riciclaggio delle navi (qui il documento di ratifica dell'Italia). La seconda, recependo la direttiva IMO, vieta alle navi battenti bandiera Ue questi metodi di demolizione, in particolare lo spiaggiamento.
 
Nel 2014 il 62,4% delle navi demolite nel mondo sono state smantellate e riciclate inquinando gli oceani e le spiaggie dell'Asia, provocando la morte di numerosi operai che lavorano in condizioni molto pericolose, a contatto con metalli pesanti tossici. Si tratta di 641 navi su 1.026 (nel 2013 erano 645 su 1.213). La lista completa di tutte le navi demolite l'anno scorso, con nome del proprietario e sito di destinazione, la trovate qui.
 
Meno cambi di bandiera in Europa
Almeno in Europa sono state poche le bandiere cambiate poco prima di mandare in demolizione la nave, il sistema più facile per aggirare la direttiva Ue 1257/2013. Nel 2014 sono state solo 15.
 
I paesi peggiori
La Grecia è il paese che ha spedito più navi tra India, Pakistan e Bangladesh: 71, il 10,9%; segue la Germania con 41 unità, il 6,3%.
 
Gli armatori più virtuosi 
Sono la danese Maersk Line e la tedesca Hapag Lloyd che hanno sottoscritto in passato impegni esplici a non spedire nulle nei siti di demolizione asiatici. 
 
L'Italia
Il nostro paese, pur non essendo tra i peggiori – l'anno scorso ha smantellato malamente 11 navi (1,7% del totale) – è nel podio delle compagnie armatoriali peggiori, dove al terzo posto figura Msc che nel 2014 ha demolito in Asia sette unità. Le prima è Ernst Komrowski con 14 navi, la seconda Hanjing Shipping con 11. 
In totale, sono sei gli armatori italiani che nel 2014 hanno demolito navi con metodi inquinanti. A fare compagnia ad Msc ci sono Ignazio Messina con cinque navi; Premuda, Vittorio Bogazzi & Figli e Internatioanl Global Invest con una ciascuno. Una considerazione particolare NGO la fa nei confronti della compagnia napoletana Grimaldi. Negli ultimi quattro anni ha inviato nel subcontinente indiano cinque navi, solo una nel 2014. «Grimaldi merita attenzione per la particolarità della politica interna adottata» afferma NGO. «Il gruppo ha anche fatto demolire nel 2014 un'unità presso una delle strutture turche di Aliaga, area che garantisce una maggiore protezione dell'ambiente e dei lavoratori viste le moderne tecniche adottate. Ci si chiede pertanto quale sia il motivo per cui non decida di optare, essendo a conoscenza delle differenze tra i metodi di demolizioni adottati in Asia del Sud e quelli europei, per uno smantellamento pulito e sicuro per tutte le proprie imbarcazioni».