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20 marzo 2025, Aggiornato alle 15,40
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Politiche marittime

Concordia, la bella donna che tutti vogliono

Prima Piombino, poi Civitavecchia e Palermo, e ora anche Napoli. Nessuno vuole lasciarsi sfuggire l'occasione (e i soldi) di smantellare 114mila tonnellate di metallo


di Paolo Bosso 

La Costa Concordia è una specie di bella donna straniera, venuta da lontano, che passando per un piccolo paese di provincia viene corteggiata da tutti. Piombino, Civitavecchia, Palermo e ultima Napoli. Mancano soltanto Livorno e Genova e li abbiamo detti tutti. Certo, è voluta da tutti per essere fatta a pezzi, uno smantellamento che vale milioni di euro di finanziamenti e tanti posti di lavoro, ma nondimeno è fortemente desiderata. Così Costa Concordia è diventata la nave più corteggiata del momento.
L'ultima a farsi avanti è stata la Campania con il presidente Stefano Caldoro che ha scritto a Monti e al capo della Protezione Civile Franco Gabrielli: «Il sistema portuale della Campania - si legge - dispone di infrastrutture per attività di navalmeccanica in perfetta efficienza». Caldoro evidenzia due strutture in particolare, il sistema cantieristico del porto di Napoli e il polo Fincantieri di Castellammare di Stabia. «Non possiamo che sottoscrivere la lettera» è stato il commento del presidente dell'Unione Industriali di Napoli Paolo Graziano. «I porti di Napoli e di Castellammare – sottolinea – per logistica e dotazione infrastrutturale sono assolutamente idonei a ospitare il programma di demolizione della Costa Concordia».
La lettera di Caldoro è stata la proposta dell'ultimo pretendente. Il primo a farsi avanti è stato Piombino, lusingato addirittura dal Consiglio dei ministri che l'ha indicato come porto di destinazione finale, pare addirittura con un decreto ad hoc approvato a fine marzo, ma mai confermato. Ma Piombino, per quanto molto vicino all'isola del Giglio dove il relitto si trova attualmente sdraiato, ha un piccolo problema: non ha le strutture per accoglierla. Da qui l'ipotesi circolata nelle scorse settimane di una cifra che oscillava tra i 75 e i 150 milioni di euro per creare un bacino ed escavare i fondali, progetto smentito categoricamente dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini che ha parlato di disinformazioine e «cortina fumogena» dietro tutte queste ipotesi. Poi a fine marzo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha detto di essersi accordato con Gabrielli per portare le 114mila tonnellate di metallo della Concordia a Civitavecchia, anche questa dichiarazione prontamente smentita con una dichiarazione illuminante dello stesso Gabrielli: «Non ho mai indicato alcuna soluzione definitiva riguardo il porto di smaltimento del relitto». Ma allora se non è stata individuata "alcuna soluzione" non c'è neanche Piombino! E quella decisione del Consiglio dei ministri cos'era, riflessione ad alta voce? No, soltanto indiscrezioni rimbalzate di news in news e date per certe. 
Il penultimo porto prima di Napoli ad essersi fatto avanti è stato Palermo. «I cantieri navali di Palermo sono il candidato migliore» ha detto il sindaco Leoluca Orlando. Insomma, la telenovelas si fa interessante e sarebbe bello stare a vedere i prossimi colpi di scena, non foss'altro che Costa Concordia dovrebbe iniziare a galleggiare entro autunno, perciò, che sia Piombino, Civitavecchia, Palermo o Napoli, bisogna fare presto.