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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Politiche marittime

Concessioni portuali, Zaccheo (ART): "Mancano sanzioni e clausole"

In audizione al Senato, il presidente dell'Autorità dei Trasporti vorrebbe che le regole si ispirino alle concessioni autostradali. Ma per Federlogistica è un'equiparazione impropria

Nicola Zaccheo, presidente dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti

«Il mercato richiede certezze sulle concessioni portuali, che si basino su una verifica dei piani di impresa e non su equiparazioni strumentali con altri tipi di concessioni come quelle autostradali che hanno caratteristiche profondamente differenti da quelle dei porti». Lo ha detto il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, all'indomani dell'audizione in Commissione Industria del Senato del presidente dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), Nicola Zaccheo, su un tema «che rischia di minare la credibilità del settore portuale italiano», secondo Merlo. «I porti italiani hanno bisogno di tutto meno che di contrapposizioni fra realtà pubbliche come tra ART e ministero delle Infrastrutture».

Nell'audizione Zaccheo in realtà non ha equiparato le concessioni autostradali a quelle portuali, piuttosto ha osservato come bisognerebbe prendere esempio dalle prime per impostare in modo più trasparente le seconde. In merito all'articolo 3 del ddl "Concorrenza", dedicato alle concessioni delle aree demaniali portuali, Zaccheo ha affermato che «nella proposta governativa manca un graduato sistema di sanzioni. Molte di queste criticità potrebbero essere agevolmente superate ove si riconoscesse all'autorità il potere di definire lo schema di concessione da inserire negli avvisi per la gestione delle aree demaniali e delle banchine: ciò consentirebbe di inserire clausole convenzionali che assicurino una regolazione uniforme che incentivi l'utilizzo efficiente dell'infrastruttura, sulla scorta di quanto già previsto in capo all'autorità nel settore autostradale, settore nel quale tale attribuzione ha già prodotto effetti positivi». Zaccheo non è d'accordo con la decisione del governo di mantenere il principio secondo il quale la procedura di affidamento di una concessione portuale possa prendere le mosse da un'istanza di parte, visto il parere sfavorevole già espresso a riguardo dal Consiglio di Stato, e a maggior ragione «che poi è quasi sempre il soggetto già titolare della concessione demaniale interessato al rinnovo della stessa».

Secondo Merlo questa posizione genera una contrapposizione tra ART e ministero delle Infrastrutture, «sulla base di un paragone tra le concessioni autostradali e quelle portuali che non sta letteralmente in piedi per più di una ragione e non tiene conto del ruolo svolto dalle autorità di sistema portuale». 

Secondo il presidente di Federlogistica il tema centrale oggi non è il rinnovo delle concessioni. «Il tema - afferma - è quello di un regolamento che fissi regole del gioco uniformi e che realizzi nei rapporti fra Stato e investitori privati un rapporto di certezze normative uniformi; necessità per altro dimostrata indirettamente dalla discussione in atto sulle concessioni dei balneari. Quello che sarebbe necessario oggi – conclude Merlo - è un regolamento elaborato congiuntamente da ministero e ART per omogeneizzare il sistema in essere al fine di evitare distorsioni del mercato, fissando sanzioni chiare per chi non rispetta gli impegni nei piani di impresa e fornendo certezze a chi ha effettuato investimenti importanti. Le liti tra realtà pubbliche rischiano anche di minare le fondamenta per l'attuazione del PNRR».