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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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Come ti riutilizzo il container

È una scatola di metallo e si presta agli usi più svariati. I designer e gli architetti ne hanno fatto un simbolo dei moduli abitativi low cost. L'azienda americana Lot-Ek parla napoletano e usa il box nei modi più svariati


Come tutti i prodotti universali, il container si presta agli usi più svariati. Nato per soddisfare i bisogni di trasporto per le truppe in guerra, da tempo il box è il simbolo del trasporto via mare. Le sue misure standard, la semplicità della struttura (un unico blocco di metallo) e la robustezza non potevano non renderlo utile nel settore immobiliare (più mobile che immobile). Per gli architetti e i designer il suo uso permette costruzioni a basso costo. Si va dal box-studio al modulo abitativo vero e proprio. Sono tante le aziende che si sono specializzate nel fabbricare strutture con alla base la scatola metallica. C'è Sustain, un'azienda canadese che produce prefabbricati ecologici; De Maria Design che con "Redondo Beach House" ha vinto il premio AIA 2007 Honor Award per "design Excellence/Special Innovation". Tra le più attive e specializzate in un settore così particolare, c'è Lot-Ek, azienda con sede a New York che parla italiano. I fondatori Ada Tolla e Giuseppe Lignano sono infatti due architetti napoletani laureati nel capoluogo campano. La loro filosofia di base è quella di essere "ciechi agli oggetti": non li guardano secondo il loro uso tradizionale ma li riadattano per altri scopi. La società è diventata popolare grazie all'istallazione Puma City, uno spazio smontabile su quattro container a livello. Uffici, area stampa e stoccaggio divisi in diversi livelli, inclusa un'ampia terrazza dove organizzare eventi. Il tutto perfettamente smontabile e riutilizzabile. I progetti e le realizzazioni Lot-ek sono sterminati. Si va dai moduli abitativi costruiti in luoghi isolati a strutture incastonate tra i palazzi tradizionali, dalle installazioni ai progetti open space per parchi e piazze.
Ma il container non è solo abitazione. E' prima di tutto un box dove dentro puoi metterci di tutto. Ad esempio, con un gioco di specchi si può creare l'illusione più vecchia del mondo: la profondità infinita. E' quello che hanno fatto i designer olandesi dello studio Dus Architects di Amsterdam con "Unlimited Urban Woods". Un unico vero albero dentro una specie di cabina circondata di specchi e ci si ritrova dentro una foresta. L'installazione è stata per più di un mese ad Amsterdam, nella piazza Oosterdokskade, poco lontano dal centro città. L'idea è semplice e il box curioso, bianco con una porta di accesso e tanti piccoli buchi sulla facciata esterna. Appena si entra l'illusione è davvero forte, d'altronde quello che vediamo non è niente di virtuale ma il risultato di un trucco antico ed efficace. Il gioco di luci è ben studiato, il sole passa per le fessure esterne e filtra tra le foglie dell'albero. Se non fosse per la propria immagine che vediamo moltiplicata all'infinito l'illusione sarebbe perfetta. «E' uno spazio con un suo proprio orizzonte, nel quale potete fuggire dalla città restando al centro della città stessa» spiega Hedwig Heinsman, uno degli architetti autori del progetto.
Un altro progetto incentrato questa volta su container decisamente più piccoli riguarda una vera, piccola foresta. Si chiama Life Box ed è una scatola di cartone biodegradabile che contiene semi per piantare fino a 100 alberi. Si ordina online, e costa dai 30 ai 50 dollari, anche se per ora è prodotta in quantità limitate. E' sufficiente piantare nel terreno la scatola con i semi abbinati a spore di funghi che ne agevolano la conservazione e il successivo sviluppo. L'idea è piaciuta molto ad Al Gore che ha deciso di vendere il suo libro "Our Choice" acquistato online anche in questa particolare versione, confezionato dentro a questa scatola piena di sementi.
Paolo Bosso