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18 aprile 2024, Aggiornato alle 15,17
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Politiche marittime

Cold ironing ed energia, Italia elimina gli oneri di sistema

Dopo l'abbattimento delle accise con il Milleproroghe, il Senato approva un emendamento PD con un'altra importante misura per rendere conveniente l'alimentazione elettrica delle navi in banchina

Al terminal T121 del porto di Long Beach, in California, un cavo elettrico alimenta un mercantile (WikiCommons)

a cura di Paolo Bosso

In lettura al Senato per il processo di conversione in legge (l'8 settembre è fissata l'ultima lettura alla Camera), il Dl Semplificazioni conterrà un'importante novità per incentivare il cold ironing, l'alimentazione elettrica delle navi in banchina. In Commissione al Senato è passato un emendamento che elimina gli oneri generali di sistema per le forniture di energia elettrica alle navi attraccate nei porti

Gli oneri di sistema (circa un quinto dei costi della bolletta) contengono la copertura, come si legge sul sito dell'Autorità di regolazione per energia Reti e Ambiente, dei costi «relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico». Gli oneri generali coprono: incentivi alle fonti rinnovabili e promozione dell'efficienza energetica; messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale; agevolazioni tariffarie per il settore ferroviario; ricerca di sistema; bonus elettrico; agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia e integrazioni delle imprese elettriche minori.

L'emendamento, firmato dalla vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, e dal senatore Andrea Ferrazzi (entrambi del PD), permette di migliorare ulteriormente le condizioni per rendere conveniente il cold ironing, tramite l'abbattimento dei costi di gestione, spingendo sia i porti che gli armatori ad alimentare elettricamente traghetti e mercantili in banchina spegnendo i motori ausiliari e non emettendo gas serra. Si affianca a un'altra misura, inserita nel decreto Milleproroghe a gennaio - un emendamento firmato dal vicesegretario nazionale del PD, Andrea Orlando – che abbatte l'accisa del cold ironing

Attualmente la domanda per la fornitura di questo tipo di energia è praticamente zero in Italia. E nel resto del mondo, tranne qualche raro caso, il cold ironing è ancora in fase di sperimentazione. Richiede l'utilizzo di grandi quantità di energia, la creazione di uno standard internazionale che uniformi quello che la nave chiede (alcune 220 volts a 50 Hz, altre a 60 Hz, altre ancora 110 volts) e una serie di incentivi alla tariffazione nazionale - o europea in futuro, nel caso dell'Italia - che permetta di gestire in maniera razionale i costi per il soggetto che ospita le colonnine (l'autorità portuale), per il fornitore (l'Enel) e per l'utente (l'armatore), che altrimenti sarebbero insostenibili. L'obiettivo degli sgravi, ovviamente, è arrivare a rendere il costo del cold ironing inferiore all'utilizzo del carburante per alimentare i motori ausiliari delle navi.

Secondo Matteo Bianchi, responsabile del Dipartimento nazionale economia del mare del PD, «la crescita della domanda [del cold ironing] sarà progressiva e graduale, gestibile quindi senza comportare sollecitazioni all'attuale sistema elettrico. Anche i costi di adeguamento infrastrutturale all'interno dei sistemi portuali ai fini del cold ironing non ricadranno sui costi della rete elettrica dal momento che sono previsti specifici finanziamenti da parte del ministero delle Infrastrutture e Trasporti a favore delle Autorità di sistema portuale, sia a valere su risorse nazionali che comunitarie».

Dopo il finanziamento ad agosto del cold ironing nei porti di Genova e Savona, prosegue, quindi, l'attività di sistematizzazione del governo e del ministero dei Trasporti, guidato da Paola De Micheli, per questa promettente tecnologia.