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23 aprile 2024, Aggiornato alle 10,08
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Cerruti: «A Napoli poca squadra. Mi dimetto»

Il Consigliere Assoagenti lascia il direttivo. Poca incisività sui reali problemi, dice Andrea Cerruti, auguro al presidente Mastellone il miglior lavoro possibile

Andrea Cerruti

Da una città dello shipping e dei porti ad un'altra. Era il 2011 quando Andrea Cerruti, general manager di una delle più importanti e storiche agenzie marittime d'Italia, la Gastaldi & C., venne a Napoli proveniente da Genova. «Oltre otto anni di permanenza in questa meravigliosa città -commenta Cerruti- tanti amici, un'esperienza unica, fino ad ora. Ma adesso è tempo di cambiare. Il Covid 19 ha modificato le nostre esistenze. Dopo 86 giorni di isolamento a Genova sono solo da pochi giorni tornato a Napoli».

Incontriamo Andrea Cerruti in una bella giornata di sole. Un incontro casuale ma che, poi, si rivela importante per le decisioni assunte in questo lungo periodo di riflessione. «Mi sono dimesso da consigliere nel direttivo dell'Assoagenti di Napoli», ci dice. «Ho già annunciato la decisione al presidente Mastellone che, molto carinamente, mi ha richiamato chiedendomi un ripensamento. Che, ho spiegato, non ci sarà. Gli ho rinnovato gli auguri per la presidenza riconoscendogli l'impegno che ha sempre fatto per la categoria. Sono sicuro che farà un buon lavoro». Ma l'incontro non poteva terminare così.

Ed allora, quali le motivazioni della decisione?
«Intanto, come anticipavo, 86 giorni di isolamento a Genova mi hanno fatto riflettere anche sul futuro di una mia personale presenza (la Gastaldi resta associata ad Assoagenti Napoli, ndr.) nel comitato direttivo. «Venivo da Genova dove la forza degli agenti è molto superiore, ma sopratutto più compatta quando si tratta di affrontare le situazioni del porto, dei trasporti, dei rapporti con gli armatori». 

A Genova oltre 130 agenzie marittime, a Napoli una trentina. La forza conta.
«Fino ad un certo punto -sostiene Cerruti- Quando si è trattato ad esempio di scendere in piazza, gli imprenditori di Genova, e tra questi gli agenti marittimi, compatti sui grandi tempi non si sono sottratti. Le cronache lo dimostrano. A Napoli, città complessa e con grandi e gravi problemi, questo non è mai avvenuto». «In sintesi, questo ho sostenuto al presidente Mastellone. Spero abbia compreso il mio profondo disagio, come mi auguro comprenderanno gli altri consiglieri». 

Quali i punti sui quali dissente? Ci fa qualche esempio?
«I rapporti con le istituzioni cittadine e regionali, con le autorità del porto, per esempio. Non c'è mai stato un intervento con motivazioni di carattere generale che coinvolgessero l'intera categoria degli agenti. Il più delle volte la delegazione di turno si vestiva dell'abito del problema personale. Con gli spedizionieri, i trasportatori con le istituzioni del porto, con lo stesso terminalista. Insomma, poca squadra e molto individualismo, che portavano sempre l'associazione ad assumere un peso specifico marginale, poco efficace rispetto agli interlocutori istituzionali e ai temi sul tavolo, se vogliamo metterla in sintesi».

C'è qualche altro aspetto importante che ha motivato la sua decisione?
«In effetti, un altro molto profondo che, però, non posso imputare a nessuno dei consiglieri, né tanto meno ai presidenti delle ultime tornate. Il fatto di essere numericamente pochi è già di per se un problema, sopratutto quando andiamo a conferire le nostre istanze alle istituzioni, siano esse portuali o cittadine. In effetti, l'ho appena anticipato: si tratta della rappresentatività dell'associazione. Avere fuori dall'Assoagenti la più importante agenzia di Napoli, quella che nel traffico contenitori, attraverso il "suo" armatore, gestisce almeno il 70%  dei volumi, che è operatore di punta nel settore delle crociere e tanto altro nei comparti del cabotaggio, metalmeccanica, è una sconfitta dal punto di vista dell'associazionismo. È come se in un'associazione dei costruttori di automobili mancasse la Fiat, oppure in una delle emittenti televisive non ci fosse la Rai. Non voglio entrare nelle motivazioni del problema perché penso che si dovrebbe aprire più di un capitolo. Ma ecco, essendo già pochi e mancando l'elemento più importante e di forza è diventata una delle principali motivazioni. Dopo otto anni credo sia giunta l'ora di farsi da parte e lasciare il passo ad un altro consigliere che possa aiutare un processo di aggregazione, mi auguro, totale degli agenti marittimi di Napoli».