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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 16,22
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Politiche marittime

Carbon tax e shipping, intesa tra Parlamento e Consiglio Ue

Nel 2024 il trasporto marittimo entra nel sistema di scambio delle quote di carbonio, l'autotrasporto nel 2027 con l'ETS II. Previsti meccanismi di adeguamento all'inflazione e ai costi energetici

(European Parliament/Flickr)

a cura di Paolo Bosso

Nella notte di sabato scorso il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo definitivo sulla carbon tax, il sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue, più precisamente sull'Emission Trading System (ETS), il sistema di scambio sul mercato delle quote di emissioni di gas serra. L'ETS fa parte del pacchetto Fit for 55, il piano europeo per ridurre le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990). Ora che è stato raggiunto un accordo, Parlamento e Consiglio Ue dovranno approvarlo formalmente prima che la nuova legge possa entrare in vigore.

La novità è che a partire dal 2027 verranno incluse praticamente tutte le tipologie di trasporto, essendo stato inserito quello marittimo dal 2024 e quello stradale dal 2027. Quello aereo già figurava. Un'altra novità è che l'ETS include da oggi il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), un sistema che obbliga le aziende esterne all'Unione europea che inquinano di più (per l'attività industriale in sé, non tanto per pratiche poco ambientali) a pagare per le emissioni prodotte se vogliono importare i loro prodotti in Europa. Concretamente, le aziende importatrici dovranno acquistare dei certificati per pagare le proprie emissioni, con costi fissati dall'Unione europea tramite prezzi per tonnellata di anidride carbonica (CO2).

Trasporto marittimo
Come più volte richiesto dal Parlamento Ue, l'ETS sarà per la prima volta esteso al trasporto marittimo. In primo luogo, vengono incluse nel conto anche le emissioni di metano e di ossidi di diazoto, oltre all'anidride carbonica. In secondo luogo, viene ampliata la categoria di nave mercantile includendo le unità offshore di stazza lorda superiore le 5 mila tonnellate, cosa che comporta secondo i calcoli a una beneficio netto per il clima di 20 milioni di tonnellate di CO2 in meno l'anno. L'inclusione dello shipping nell'ETS aumenterebbe anche le entrate della carbon tax, che salirebbero a 20 milioni di euro l'anno, che saranno destinati a progetti specifici nel settore marittimo. Ci sono ancora diverse questioni aperte: le quote gratuite per l'industria, il fondo per l'innovazione, il fondo per la modernizzazione e l'inclusione del riscaldamento e del trasporto su strada nell'ETS.

Autotrasporto: ETS II
Entro il 2027 sarà istituito un ETS II separato per i carburanti, il trasporto su strada e la costruzione degli edifici, che fisserà un prezzo sulle emissioni di questi settori un anno dopo rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea. Come richiesto dal Parlamento Ue, sarà coperto anche il carburante per altri settori come quello manifatturiero. Inoltre, l'ETS II potrebbe essere posticipato fino al 2028 per proteggere i cittadini se i prezzi dell'energia saranno eccezionalmente elevati. Inoltre, sarà istituito un nuovo meccanismo di stabilità dei prezzi per garantire che se il prezzo di una quota nell'ETS II supera i 45 euro per tonnellata, vengano rilasciati 20 milioni di quote aggiuntive.

Cronoprogramma
Le emissioni nei settori ETS devono essere ridotte del 62 per cento entro il 2030, rispetto al 2005, ovvero un punto percentuale in più rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea. Per raggiungere questo taglio ci sarà una riduzione una tantum della quantità di quote a livello dell'Ue di 90 milioni di tonnelate di CO2 equivalente nel 2024 e 27 milioni di tonnellate nel 2026, in combinazione con una riduzione annuale delle quote del 4,3 per cento tra il 2024 e il 2027 e del 4,4 per cento tra il 2028 e il 2030.

Le quote gratuite per le industrie nell'ETS saranno gradualmente eliminate come segue: 2026: 2,5%, 2027: 5%, 2028: 10%, 2029: 22,5%, 2030: 48,5%, 2031: 61%, 2032: 73,5%, 2033: 86%, 2034: 100%.

Il CBAM, su cui i deputati hanno raggiunto un accordo con i governi dell'Ue all'inizio di questa settimana, sarà introdotto gradualmente alla stessa velocità di inserimento delle quote gratuite nell'ETS. Il CBAM inizierà quindi nel 2026 e sarà completamente introdotto entro il 2034.

Entro il 2025 la Commissione europea valuterà il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio per le merci prodotte nell'Ue destinate all'esportazione in paesi terzi e, se necessario, presenterà una proposta legislativa conforme all'Organizzazione mondiale del commercio per affrontare tale rischio. Inoltre, si stima che 47,5 milioni di quote saranno utilizzate per raccogliere finanziamenti nuovi e aggiuntivi per far fronte a qualsiasi rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio legato alle esportazioni.

Le finanze
Il Fondo Innovazione passerà dagli attuali 450 a 575 milioni di quote. Il Fondo per la modernizzazione sarà aumentato mettendo all'asta un ulteriore 2,5 per cento di quote che sosterranno i paesi dell'Ue con un PIL pro capite inferiore al 75 per cento della media dell'Ue. Tutti i proventi nazionali derivanti dalla vendita all'asta delle quote ETS sono spesi per attività legate al clima. I deputati e il Consiglio hanno inoltre concordato di istituire un Fondo sociale per il clima per i più vulnerabili. Il 24 per cento di tutte le quote ETS sarà collocato nella riserva stabilizzatrice del mercato per affrontare eventuali squilibri tra l'offerta e la domanda di quote nel mercato dovuti a shock esterni come quelli causati dal COVID-19.

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