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24 aprile 2025, Aggiornato alle 16,32
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Infrastrutture

Campania, il nodo degli interporti

A Napoli l'incontro del Propeller. Al centro la portualità turistica, gli interporti e le crociere insieme all'assessore ai Trasporti Vetrella |  foto


di Paolo Bosso 
 
Una serata ricca di contenuti quella tenutasi ieri sera al circolo Savoia di Napoli ed organizzata dal Propeller Club di Napoli, presieduto da Umberto Masucci che è anche presidente del Propeller Club nazionale. Tema e discussione sul Grande Progetto del porto di Napoli, ma in realtà il dibattito si è fatto più ampio, forte della presenza dell'assessore ai Trasporti della Regione Campania Sergio Vetrella che non ha mancato di rispondere ad agenti marittimi, avvocati e imprenditori presenti in aula, non senza qualche tensione.
Tre gli argomenti emersi, tre punti deboli della Campania: portualità turistica, interporti e crociere. Sul primo punto Vetrella ha sottolineato gli otto milioni spesi dalla Regione per il porticciolo di Capri e le nuove realtà salernitane: la già operativa di Marina d'Arechi e la nascente di Pastena. La nautica e il cabotaggio devono ripartire, la prima sconta una crisi che, dicono gli addetti, nei prossimi anni finirà, portando a riempire le centinaia di posti barca al momento vuoti, ma è una scommessa; il cabotaggio invece deve essere riorganizzato: «Bisogna liberalizzare le rotte del Golfo, avviare gare di project financing, velocizzare le concessioni e privatizzare la Caremar» ha sintetizzato l'assessore.
Ma l'argomento che ha acceso gli animi è stato quello degli interporti. Sono intervenuti Mimmo De Crescenzo, presidente del Consiglio Compartimentale degli spedizionieri e vicepresidente Accsea, e il presidente Assoagenti Andrea Mastellone che hanno insieme denunciato i problemi atavici della portualità campana e nazionale: troppi porti in concorrenza, sportello doganale fantasma e interporti senza collegamenti ferroviari. «Non ha senso avere interporti a venti chilometri, abbiamo bisogno piuttosto di retroporti visto che lo scalo di Napoli è soffocato» ha detto Mastellone. Su queste emergenze Vetrella non ha accettato critiche e ha spronato gli operatori affinché denuncino le inefficienze direttamente al governo, «non sono io che sto in contatto diretto con la dogana» ha commentato l'assessore ai Trasporti.
Che su questi problemi ci sia bisogno di una maggiore partecipazione "politica" degli operatori non ci sono dubbi. La politica portuale e la governance nazionale sono chiamati in causa, due mondi che hanno sempre avuto difficoltà a comunicare tra loro. È un discorso che riguarda anche le crociere: anche se a Napoli vanno molto bene (lo scalo è il terzo d'Italia per numero di passeggeri) non vuol dire che andranno così per sempre. La Stazione Marittima movimenta più di un milione di crocieristi l'anno ma potrebbe muoverne più di due se si riuscisse a sbloccare il San Vincenzo (nella foto una veduta spalle al mare), il molo storico inutilizzato che corre parallelo alla Stazione Marittima. «È un mito – ha detto Nicola Coccia, presidente della Terminal Napoli, società che gestisce la Stazione Marittima – noi adesso siamo pieni e le compagnie da crociera ci chiedono quando sarà sbloccato». Il nodo resta sempre lo stesso, il demanio: se non se ne vanno i militari, che da sempre occupano le "palazzine rosse" all'ingresso della banchina, il molo borbonico non potrà mai essere disponibile per nessuno. Vetrella dice che ha mandato nove lettere al ministero della Difesa per sollecitare il trasferimento, a dicembre gli agenti marittimi napoletani organizzeranno la seconda edizione della "maratonina del San Vincenzo", il sindaco De Magistris vuole realizzare lì mini parlamento europeo e a maggio dell'anno prossimo il San Vincenzo sarà la sede dei team dell'America's Cup. Al momento però è tutto chiuso. 
 
↓ fotogalleria a cura di Pino Coccia ↓