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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Politiche marittime

Ambiente, IMO lancia nuovi parametri per i mercantili in circolazione

I prossimi emendamenti MARPOL, in vigore nel 2021, classificano le navi da A a E: chi inquina troppo per tre anni consecutivi dovrà intervenire e le autorità di controllo saranno incoraggiate a incentivarle

(imo.org)

a cura di Paolo Bosso

L'International Maritime Organization (IMO) approverà nel 2021 nuovi emendamenti alla Convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi, nota come MARPOL. La novità più importante è che le bozze in discussione in questi giorni, nel corso del Comitato per la protezione dell'ambiente marino (MEPC), stabiliranno meccanismi più espliciti per combinare approcci tecnici (carburanti e motori di nuova generazione) ed operativi (navigazione a bassa velocità, cold ironing) per ridurre le emissioni di anidride carbonica dei mercantili soprattutto di quelle in circolazione, visto che quelle in costruzione avranno già requisiti in linea con la politica avviata qualche anno fa dall'ONU e dall'IMO che stabilisce per il trasporto marittimo una riduzione del 40 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 2008.

Nasce un nuovo indice di efficienza energetica
Per quanto riguarda le navi in costruzione, il discorso è facile
: dovranno essere realizzate con determinati criteri tecnici così da emettere meno anidride carbonica a monte, senza dover intervenire a valle operativamente, come per i mercantili in circolazione. Per le navi esistenti l'intervento normativo è più complesso. Il compromesso raggiunto è un nuovo indice di efficienza energetica, l'Energy Efficiency Existing Ship Index (EEXI), che si basa sull'intensità emissiva di anidride carbonica. Ad esso si affianca il Carbon Intensity Indicator (CII), che valuta da A a E il livello di prestazione della nave. Se per tre anni consecutivi la nave viene classificata D o E dovrà presentare un piano di azione per risalire fino a B. Le autorità portuali e tutte le altre autorità chiamate al controllo sono incoraggiate a fornire incentivi per portare le navi ad essere classificate A o B. Se l'EEXI si dimostrerà utile è ancora presto per dirlo, l'IMO ha stabilito che se ne valuterà l'efficiacia non prima del 2026.

I requisiti ambientali per lo shipping sono due, come indicato nell'allegato VI, capitolo 4, di MARPOL: l'Energy Efficiency Design Index (EEDI), l'indice di efficienza energetica, rivolto soprattutto ai costruttori navalmeccanici, e lo Ship Energy Efficiency Management Plan (SEEMP), il piano di efficienza energetica, utile soprattutto agli armatori delle navi esistenti. L'EEDI riguarda l'effettiva capacità emissiva della nave, il SEEMP è un piano che stabilisce in che modo emettere meno anidride carbonica. In altre parole, l'EEDI indica quanto effettivamente inquina la nave, a prescindere dalle accortenze operative che può prendere; il SEEMP invece quanto potrebbe inquinare meno negli anni utilizzando una serie di stratagemmi, il primo dei quali è la navigazione a bassa velocità.

I progetti di emendamento sono stati discussi a fine ottobre e oggi, con l'ultima giornata di riunione del MEPC, verranno approvati per essere poi adottati al prossimo MEPC annuale, la riunione numero 76, che si terrà l'anno prossimo. Il trattato MARPOL richiede che i progetti di emendamento siano diffusi per un minimo di sei mesi prima dell'adozione, e che entrino in vigore dopo minimo 16 mesi dall'adozione. 

«Ci attende ancora un considerevole lavoro ulteriore sull'attuazione delle misure, ma sono fiducioso che lo spirito di cooperazione dell'IMO, dimostrato negli ultimi anni, consentirà rapidi progressi con lo sviluppo», commenta il segretario generale del legislatore ONU del mare, Kitack Lim. Ci vorranno anni per stabilire «linee guida tecniche e un parametro univoco sull'intensità delle emissioni di CO2 – continua Lim -, oltre all'essenziale ulteriore lavoro sulla valutazione globale degli impatti delle misure sui Paesi in via di sviluppo. Esprimo la mia gratitudine a tutti gli Stati membri che si sono impegnati a sostenere questi sforzi». Ci vorrà tempo, come sempre in questi casi, perché bisogna mettere d'accordo e coordinare ben 172 Stati membri, quelli dell'IMO.

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Tag: ambiente - imo