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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Alla Zona economica speciale mancano dei pezzi

Le nomine governative del Comitato d'indirizzo e il decreto di semplificazione, spiega Pietro Spirito in un editoriale su Repubblica


Dopo la sbornia propagandistica anti-immigrati del governo Lega-M5S, l'autunno alle porte preannuncia l'arrivo delle questioni reali del Paese. Per quanto riguarda lo shipping, uno degli ultimi a farsi avanti è stato il Comitato No Grandi Navi sulla gestione del traffico crocieristico nel porto di Venezia, a cui il ministero dei Trasporti ha risposto con una nota. Oggi è toccato al presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale, Pietro Spirito, che sulle pagine di Repubblica Napoli descrive lo stallo nel processo di formazione della Zona economica speciale (Zes), a cui al momento hanno aderito Campania e Calabria. 
L'intoppo sta nella nomina del Comitato d'indirizzo, quello che stabilisce finanziamenti e locazioni delle imprese all'interno della Zes, le quali dovranno importare o esportare con un porto. Il Comitato è presieduto dal presidente dell'Autorità di sistema locale con il segretario che fa da tesoriere. In un editoriale, dopo aver cronografato il percorso legislativo della Zes – approvazione e conversione in legge del governo Gentiloni ad agosto 2017, approvazione dei piani per Calabria e Campania a maggio di quest'anno -, Spirito spiega che mancano due cose per l'attuazione definitiva: la nomina dei componenti del Comitato d'indirizzo e l'ultimo decreto governativo previsto dalla legge. Mentre è stato nominato il componente per la Regione, mancano due pezzi fondamentali: quello per il Consiglio dei ministri e quello per il ministero dei Trasporti. Infine, manca il decreto per le semplificazioni amministrative e burocratiche dedicate alle imprese che si insediano.
 
Un processo di formazione travagliato. «Se vogliamo dare un contributo al processo di cambiamento di cui l'Italia ha bisogno – si legge nell'editoriale di Spirito -, dobbiamo pur renderci conto della infernale macchina amministrativa che strangola tutti i tentativi di modificare la cancrena burocratica nella quale siamo paralizzati ormai da decenni».