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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Al Salam Boccaccio, maxi causa al Rina

Una class action contro la società di classificazione chiede un risarcimento di 100 milioni di euro per uno dei peggiori disastri marittimi della storia. Il Rina si difende: "Non siamo mai stati coinvolti nelle indagini"


I familiari delle vittime del naufragio del traghetto Al Salam Boccaccio, uno dei peggiori disastri marittimi della storia che causò circa mille tra morti e dispersi, hanno chiesto un mega risarcimento da 100 milioni di dollari alla società di classificazione Rina spa. 
Una class action costituita da 968 persone e difesa da un consorzio di studi legali coordinato dallo Studio Associato Ambrosio & Commodo di Torino chiede giustizia quattro anni dopo il tragico avvenimento. Era il 2 febbraio 2006 quando Al Salam Boccaccio 98, con a bordo 1272 passeggeri e 104 membri dell'equipaggio, affondò tra Arabia Saudita ed Egitto nel Mar Rosso in seguito ad un incendio. L'affondamento - ha ricordato il team di avvocati - ha causato la morte di 1.097 persone e all'incidente sono sopravvissuti solo 364 passeggeri e 24 membri dell'equipaggio.
Le accuse sarebbero due: la stabilità navale e la sicurezza della navigazione. In particolare, secondo gli avvocati «la nave era intrinsecamente insicura, mal progettata ed equipaggiata soprattutto a partire dalle modifiche strutturali a cui era stata sottoposta nel corso degli anni 1990-1991». In realtà una sentenza c'è già stata con una condanna in appello a sette anni di carcere dell'armatore ed ex parlamentare egiziano Mamduh Ismail e con le condanne di altri dirigenti della società armatrice El Salam Maritime Transport Co.
Ugo Salerno, ad del Rina, ha appreso la notizia con "stupore". «Sebbene il Rina avesse classificato la nave – ha spiegato Salerno - il certificato di sicurezza passeggeri era stato rilasciato da una società panamense incaricata dall'autorità di bandiera». La società di classificazione si difende e afferma che il Rina ha fornito la documentazione della vicenda all'Emsa (European Maritime Safety Agency) che non ha riscontrato «alcuna irregolarità». «Nessuna delle vertenze giudiziarie avviate in Egitto – spiega Salerno - né l'inchiesta condotta dallo Stato di bandiera della nave (Panama), avevano rilevato elementi riconducibili al Rina tra le varie cause del sinistro». Non solo, secondo il Rina, la società non è stata neanche coinvolta nel procedimento penale avviato dal tribunale egiziano di Safaga. Infine, Salerno ha precisato che «la quasi totalità delle famiglie delle vittime del sinistro è stata da tempo risarcita dall'armatore della nave e dai suoi assicuratori con una rigorosa procedura svoltasi sotto il controllo delle autorità egiziane». Perciò secondo Salerno «non è chiara la finalità che si intende perseguire con l'azione annunciata nei confronti del Rina, i cui contorni rimangono allo stato alquanto oscuri».
 
Nella foto un'unità U.S. Navy in cerca dei dispersi