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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Logistica

Aeroporti, il potenziale inespresso di Pontecagnano

Il Propeller di Salerno visita lo scalo campano. Il traffico cargo è il futuro dello scalo. Costa d'Amalfi Spa in attesa della concessione ventennale


Una delegazione del Propeller Club di Salerno ha visitato l'aeroporto di Salerno-Pontecagnano. L'iniziativa si inserisce nell'ambito di una ricognizione delle principali infrastrutture regionali intrapresa fin dall'inizio delle attività del club locale, nato a luglio 2013. Obiettivo: permettere una conoscenza più approfondita dell'offerta logistica territoriale per consolidare ulteriormente il cluster trasportistico salernitano. 

Essenziale in quest'ottica il ruolo che potrebbe ricoprire il secondo aeroporto della Campania, in grado estendere il suo raggio d'azione anche alla Basilicata, sia in ambito turistico - in un percorso di integrazione con i crescenti flussi turistici del porto di Salerno - sia in quello commerciale, con la possibilità di effettuare operazioni cargo (non autorizzate a Capodichino) che ne potrebbero fare polo di riferimento per la ricca produzione ortofrutticola dell'interno.
 
«Il Propeller e gli imprenditori portuali e della logistica – sottolinea il presidente Alfonso Mignone – auspicano un'ipotesi di decollo definitivo dello scalo picentino considerata infrastruttura strategica per l'integrazione e l'internazionalizzazione del nostro territorio. Porto e aeroporto non più distanti, dunque, ma un unicum trasportistico per lo sviluppo di tutta l'area e delle nostre eccellenze locali».
 
La questione della gestione dell'aeroporto 
La visita arriva in un momento particolarmente critico per la società Aeroporto di Salerno – Costa d'Amalfi spa, che gestisce lo scalo. La compagine, partecipata anche dalla Camera di Commercio di Salerno, è alle prese con un braccio di ferro con il ministero dell'Economia e delle Finanze per l'ottenimento del parere favorevole alla concessione della gestione totale ventennale, così come già previsto dai pronunciamenti dell'Enac (9 novembre 2014) e del ministero dei Trasporti (24 dicembre 2014). Un ritardo che mette a rischio il finanziamento da 40 milioni di euro previsto dal decreto "Sblocca Italia", essenziale per i lavori di adeguamento strutturale, tra cui l'allungamento della pista, necessari per la messa a regime definitiva delle attività di volo. «I tempi – conclude Mignone – sono maturi per la realizzazione di un sistema aeroportuale regionale che non può più gravitare anacronisticamente solo su Capidichino. Auspichiamo risposte rapide da parte dei soggetti competenti».