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02 dicembre 2024, Aggiornato alle 15,40
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Politiche marittime

58 attacchi pirata nel mondo, mai così pochi

Il primo semestre di quest'anno verrà ricordato anche per questo. L'International Maritime Bureau elogia la Marina militare italiana

(Official U.S. Navy Page/Flickr)

Il primo semestre di quest'anno verrà ricordato anche per il numero più basso di attacchi pirata nel mondo. Da sempre, o perlomento da quando si monitorano sistematicamente, dal 1994. Lo rende noto l'International Maritime Bureau (IMB) nel suo ultimo bollettino.

Sono stati 58 gli episodi di pirateria, ovvero gli attacchi a mano armata contro le navi mercantili, dieci in meno sul primo semestre dello scorso anno. Le navi abbordate sono state in tutto 55, due i tentativi di attacco e una sola nave dirottata. «È una buona notizia per i marittimi, l'industria marittima e il commercio. Ma la comunità marittima deve rimanere vigili. Incoraggiamo i governi e le autorità competenti a continuare i loro pattugliamenti che creano un effetto deterrente», afferma il direttore dell'IMB, Michael Howlett.

Nonostante questo calo significativo, la violenza e la pericolosità degli attacchi resta alta. Quasi tutti i 58 episodi, il 96 per cento, sono stati abbordaggi riusciti e complessivamente 23 marittimi sono stati presi in ostaggio.

L'area più pericolosa è attualmente lo Stretto di Singapore, un'area strategica, punto di bunkeraggio, dove passano la maggioranza delle navi dirette e partite dai porti dell'Asia. Qui si concentrano un quarto degli attacchi, con abbordaggi riusciti in 16 incidenti segnalati. Sebbene siano classificati come «crimini di basso livello», quindi non di attacchi pirata veri e propri finalizzati al sequestro della nave e dell'equipaggio, si tratta comunque di rapine a mano armata.

Al di fuori dello Stretto di Singapore, l'arcipelago indonesiano ha visto per la prima volta dal 2018 un leggero aumento degli incidenti segnalati su navi in rada o ancorate, con sette casi complessivi rispetto ai cinque della prima metà del 2021. 

Dei 58 incidenti, 12 (un quinto del totale) sono stati segnalati nel Golfo di Guinea, lungo le coste dell'Africa Nord-occidentale, dieci dei quali classificati come rapina a mano armata, mentre gli altri due come pirateria. Tre quarti dei marittimi presi in ostaggio dai pirati si concentrano in quest'area. All'inizio di aprile, una nave portarinfuse di tipo panamax è stata attaccata e abbordata dai pirati a 260 miglia al largo delle coste del Ghana. Ciò dimostra che, nonostante una diminuzione degli incidenti segnalati, la minaccia resta alta.

L'IMB elogia in particolare un intervento della Marina militare italiana, tramite una nave da guerra e un elicottero, che ha portato al salvataggio dell'equipaggio e alla scorta della nave in un porto sicuro.

La zona del mondo che, a confronto con lo Stretto di Singapore e il Golfo di Guinea, vede la quasi assenza di attacchi pirata, considerando che fino a una decina di anni fa era la più pericolosa, è il Golfo di Aden, lungo le coste dell'Africa Nord-orientale, che comprende le coste yemenite e somale, e le acque al largo del Mar Rosso meridionale. Sebbene gli incidenti si siano ridotti, i pirati somali continuano ad avere una consistente capacità di organizzazione. Per questo, IMB raccomanda a tutti i mercantili in transito in quest'area a mantenere la cautela e a continuare ad applicare i protocolli internazionali che rendono il più sicuro possibile il viaggio.

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Tag: pirati - Africa