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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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450 dollari di carbon tax per lo shipping. La proposta di Maersk

Un finanziamento sostanzioso per abbattere entro il 2050 l'inquinamento del settore, sempre che gli sforzi non siano vanificati dalla prevista crescita della domanda di trasporto

Søren Skou, CEO di Maersk

Il CEO di Ap Moller Maersk, Søren Skou, ha proposto sulla sua pagina linkedin un piano molto ambizioso per finanziare le politiche di decarbonizzazione del trasporto mercantile. Una tassa di 450 dollari per tonnellata di carburante, pari a 150 dollari per tonnellata di anidride carbonica, «per colmare il divario tra i combustibili fossili consumati dalle navi oggi e le alternative più verdi che sono attualmente più costose».

È una delle tante ultime proposte che si sono susseguite negli anni per abbattere soprattutto i costi che l'industria deve sostenere in questa fase di transizione energetica. Le soluzioni non mancano. Bunker con tenore di zolfo bassissimo, idrogeno come combustibile, batterie a bordo per far spegnere i motori ausiliare quando in sosta nei porti; alimentazione di terra, sempre in ormeggio, per non emettere fumi nelle città portuali. Il problema sono gli enormi costi che gli armatori devono sostenere per ottenere questi risultati, per ordinare, installare e gestire queste nuove tecnologie. «"L'International Maritime Organization deve fornire una valutazione di mercato entro il 2025 che possa essere implementata nella seconda metà di questo decennio», ha affermato Skou nel corso di un webinar del World Economic Forum tenutosi nei giorni scorsi.

I problemi principali sono tre: i combustibili fossili costano meno di quelli meno inquinanti, i costi di decarbonizzazione sono enormi per le imprese private, e la crescita della domanda di consumo e trasporto potrebbe portare ad aumentare a tal punto l'offerta di trasporto da vanificare gran parte degli sforzi ambientali. È fondamentale, secondo Skou, «considerare tutti i gas serra, non solo la CO2, in un'analisi completa del ciclo di vita, altrimenti non saremo in grado di decarbonizzare veramente lo shipping entro il 2050 in linea con l'accordo di Parigi»: C'è bisogno, perciò, di «un livello di tassazione ragionevole che tenti effettivamente di livellare il campo di gioco tra combustibili verdi molto più costosi e combustibili fossili, ma deve anche includere tutti i gas serra e considerare l'intero ciclo di vita del combustibile».

Come sottolinea un recente studio, la domanda di trasporto potrebbe crescere nei prossimi decenni più degli sforzi di decarbonizzazione dello shipping, con la conseguenza che le emissioni di gas serra delle navi commerciali che navigano in tutto il mondo resterebbero sostanzialmente invariate, se non peggiorate. Stiamo parlando, come confermano gli studi degli esperti, di un settore che da un lato rappresenta appena il 2 per cento circa delle emissioni inquinanti prodotte dall'uomo (imparagonabile, per esempio, all'industria dell'allevamento, della carne, all'agricoltura) e, dall'altro lato, del principale trasportatore mondiale di merci, tra l'80 e il 90 per cento di tutto quello che acquistiamo, estraiamo e fabbrichiamo.

Tag: maersk - ambiente - imo