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16 aprile 2024, Aggiornato alle 15,53
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Cultura

Vigliena, l'antico forte presidiato dai randagi

La struttura costruita nel 1706 oggi ridotta a un rudere e divenuta rifugio di clochard


di Marco Molino

(Articolo originariamente pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno) 

Moschetti e cannoni non sparano più, ma bastano alcuni cani minacciosi per impedire ugualmente l'accesso al Forte di Vigliena, la struttura militare costruita nel 1706 dall'ultimo viceré di Spagna e oggi ridotta a un rudere. Per scoprirlo, è sufficiente provare ad oltrepassare la sgangherata recinzione: qualcuno, nascosto tra le rovine, immancabilmente ordina: "Addosso!", scatenando l'abbaiare furioso degli amici a quattro zampe che spuntano improvvisi tra cespugli e cumuli di rifiuti. Meglio quindi battere in ritirata.

La cronaca 

E' questa la cronaca di una giornata come tante presso l'antica fortezza sul mare (o quel che ne resta), da anni divenuta rifugio di clochard e tossicodipendenti, nonostante i ripetuti appelli dei comitati civici di San Giovanni a Teduccio. Fino a qualche tempo fa, era possibile avventurarsi tra le mura diroccate ancora vibranti di storia. Da quando invece gli attuali residenti del sito hanno cominciato ad aizzare i loro cani contro i rari ficcanaso, nessuno più osa dargli noia. Eppure il forte è un simbolo importantissimo della storia di Napoli e la testimonianza degli eventi della rivoluzione napoletana.

La storia 

Bisogna allora immaginarselo rimanendo sul marciapiede quel 13 giugno 1799, quando il forte fu il tragico scenario della battaglia tra i sanfedisti e i 150 soldati asserragliati nella struttura. Le sorti del confronto sembravano ormai segnate per i difensori, scrisse pochi anni dopo Pietro Colletta, "cosicché il prete Toscani di Cosenza, capo del presidio, reggendosi a fatica perché in più parti trafitto, avvicinatosi alla polveriera, ed invocando Dio e la libertà, getta il fuoco nella polvere, e ad un istante con iscoppio terribile muoiono quanti erano tra quelle mura". In onore degli eroici martiri, nel 2013 i radioamatori partenopei hanno referenziato il sito per il Diploma Castelli italiani. Una recensione per non dimenticare. Ora dal satellite si vede, ma l'efficace presidio dei cani lo rende ormai "inespugnabile" e invisibile ai napoletani.

Foto di M. Molino