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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Politiche marittime

Trieste, senza portuali si va in autoproduzione

UHL Fusion, che deve imbarcare 12 motori Wartsila, ne ha fatto richiesta all'autorità portuale, visto che gli operai del centro produttivo sono in sciopero

UHL Fusion

La nave UHL Fusion, in rada nel porto di Trieste da sabato sera, ha chiesto all'autorità portuale di caricare in autoproduzione 12 motori Wartsila destinati alla Corea del Sud.

Una richiesta di carico e scarico senza l'ausilio del personale di terra ma in autonomia, tramite il personale dell'equipaggio di bordo, per via della mancanza dei portuali, in sciopero per solidarietà verso i dipendenti in esubero del centro produttivo di Trieste della multinazionale finlandese. I pezzi sono destinati alla Daewoo, in Corea del Sud, e la nave ha chiesto di ormeggiare su un'altra banchina rispetto a quella dedicata all'imbarco dei motori Wartsila, più vicina al centro di produzione ma lontana dai mezzi meccanici dei portuali.

È una richiesta particolare che arriva in un momento delicato per il centro Warstila di Trieste, dopo che la dirigenza ha confermato a fine luglio il licenziamento di quasi la metà dei dipendenti dello storico sito produttivo, per un totale di 700 persone, incluso l'indotto. Si prospettano, quindi, giorni di tensione, con i lavoratori (gli operai Wartsila ma anche i portuali solidali) in stato di agitazione e le navi in arrivo e partenza che devono soprattutto caricare i motori.

Ora la palla passa all'autorità portuale, che dovrà valutare l'autorizzazione richiesta per accettarla o rifiutarla, verificando che i mezzi di bordo e il personale sia certificato e attrezzato a sufficienza per spostare, imbarcare e rizzare in autonomia i 12 motori Daewoo.

Tag: trieste - wartsila