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08 ottobre 2024, Aggiornato alle 19,13
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Politiche marittime

Tariffe piloti, Unione Piloti contrariata dal rinnovo 2024/2025

Il tavolo col ministero dei Trasporti è stato un mezzo fallimento, secondo il presidente Bellomo. Assemblea a Trapani, dove si è anche parlato dei rimborsi dei costi di formazione

(Terry Goodyer/Flickr)

Il tavolo tecnico intergovernativo per il rinnovo tariffario 2023/2025 dei piloti dei porti italiani è stato un mezzo fallimento. «L'aggiornamento tariffario ottenuto ha sacrificato quei principi di equità e di trasparenza richiesti dal Regolamento europeo 352/2017», afferma il presidente dell'Unione Piloti, Vincenzo Bellomo, la cui associazione il 13 settembre ha tenuto a Trapani la sua sedicesima assemblea nazionale. 

Il rinnovo tariffario ha visto l'istituzione di un tavolo tecnico, costituito dalle associazioni interessate e presieduto dal ministero delle Infrastrutture e coadiuvato dal comando generale delle Capitanerie di porto. I lavori sono durati più di un anno e hanno riconosciuto «l'enorme sforzo finanziario», afferma l'Unione Piloti, sostenuto dalle corporazioni negli ultimi anni, durante i quali «hanno dovuto far fronte all'aumento vertiginoso dell'inflazione cui si è aggiunto il rallentamento dei traffici dovuti alla guerra in Ucraina».

Il provvedimento del tavolo, spiega Unione Piloti, sembra incrinare lo schema di lavoro delineato dalle nuove procedure e meccanismi tariffari voluti dal competente ministero delle Infrastrutture. Per tali ragioni l'Unione Piloti «non ha ritenuto opportuno prestare il proprio consenso all'aggiornamento tariffario e ha, conseguentemente, attivato i propri legali per un ricorso al TAR Lazio».

«È stato impossibile per Unione Piloti – continua Bellomo - non far sentire il proprio dissenso e la propria critica di fronte ad un iter di approvazione delle tariffe che è sembrato operare al contrario. La sensazione percepita da Unione Piloti è che tutto il lavoro del tavolo sia stato vanificato, alla luce di una conclusione che è parsa, alla scrivente associazione, già definita, a prescindere dagli esiti del lavoro ancora da svolgere».

Bellomo si è reso disponibile «a confrontarsi con le altre associazioni di categoria che possano stabilire criteri tariffari univoci e che possano in futuro aiutare il tavolo a lavorare con un iter da tutti condiviso». 

«È stata considerata, poi, una vittoria epocale per Unione Piloti l'aggiornamento delle tariffe dei pratici locali. La proposta, pervicacemente sostenuta dalla scrivente Associazione di aggiornare le tariffe dei pratici locali del 15%, ha trovato le Associazioni interessate unanimemente concordi. L'aggiornamento in questione arriva dopo anni dall'ultimo rinnovo ed è stato determinato, per la prima volta, da una costruttiva e proficua collaborazione tra le Autorità interessate e le locali stazioni pratici».

«La costante attenzione di Unione Piloti ha permesso poi di mettere un punto all'annosa problematica dei rimborsi dei costi per i corsi professionali obbligatori in base al DL 112/2018, indispensabili per la conservazione della capacità professionale del pilota. Gli associati di Unione Piloti in questi anni hanno subìto un intollerabile trattamento discriminatorio nel momento in cui per libera scelta o comodità logistica decidevano di svolgere i corsi presso un ente autorizzato ma non convenzionato con altre associazioni di categoria. Unione Piloti ha seguito costantemente la vicenda fino a chiedere l'intervento della Direzione Generale del Ministero dei trasporti. La Direzione Generale, puntualmente intervenuta, con una sua nota ha specificato che laddove il rimborso spese per i corsi obbligatori non fosse stato effettuato dall'Associazione di Categoria comunque destinataria del 2%, questo avrebbe dovuto comunque essere coperto dalla Corporazione di appartenenza. Unione Piloti considera questa conclusione la prima pietra di una strada che si presenta tortuosa per raggiungere, però, quel traguardo che consenta la ridefinizione del metodo di assegnazione del 2% del contributo federale. L'attuale metodo di assegnazione infatti – a parere di Unione Piloti – risulta discriminatorio e antisindacale. Il lavoro che Unione Piloti intende portare avanti si pone l'obiettivo specifico di regolarizzare e assicurare, invece, un egualitario trattamento sindacale per tutte le Associazioni regolarmente istituite e riconosciute. Sull'argomento Unione Piloti ha, infatti, avanzato una proposta, a parer suo fattibile, che raggiungerebbe l'importante obbiettivo dell'uguale trattamento sindacale tanto dal punto di vista amministrativo, quanto dal punto di vista contabile, anche del Distaccato Sindacale.  È stato proposto di definire una quota fissa o quota base da ripartire a ciascuna associazione riconosciuta. Questa andrebbe a coprire anche il costo del distaccato sindacale, ed essendo liberamente destinata dal pilota alla propria associazione di riferimento, andrebbe, dunque, a ripristinare tanto un elementare principio di democrazia, quanto la libera scelta del pilota. Il Presidente ha, infine, ringraziato il Ministero dei Trasporti e il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, per la disponibilità dimostrata nel corso dell'intenso lavoro svolto in questi anni, confermando nei confronti delle stesse Istituzioni la propria stima e il proprio profondo rispetto. Con incrollabile spirito di abnegazione, Unione Piloti si è dichiarata disponibile ad una costruttiva e fattiva collaborazione con le Istituzioni tutte per affrontare con impegno e senso del dovere le future sfide che i Piloti dei Porti Italiani si troveranno ad affrontare».

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Tag: piloti