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02 novembre 2024, Aggiornato alle 18,30
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Soldi, dragaggi, portuali, digitale e "riforma Delrio". La lista della spesa di Assiterminal al governo

In audizione alla Camera, l'associazione si fa portatore delle istanze della portualità e della logistica

Un terminal portuale ad Ortona, in provincia di Chieti (Giulio Gigante/Flickr)

Aumentare le risorse per l'intermodalità e la logistica integrata, pari attualmente a 3,68 miliardi di euro; accorpare le funzioni portuali nel ministero dei Trasporti per ridurre la frammentazione; semplificare i dragaggi; attuare pienamente la Conferenza delle autorità portuali mettendole a sistema; formare ogni cinque anni i portuali per tenerli al passo; concretizzare Uirnet; contenimento del costo del lavoro per i terminal portuali; transizione energetica e, infine, superamento del dualismo tra Zona economia speciale e Zona logistica speciale. Assiterminal la chiama "lista della spesa", una serie di istanze che l'associazione dei terminal portuali italiana, che si pone qui come rappresentante della filiera logistica, porrà oggi pomeriggio in audizione alla Commissione Trasporti della Camera.

«Una delle principali cause del gap di produttività del nostro Paese rispetto ai concorrenti europei risiede – spiega Assiterminal - nel funzionamento della pubblica amministrazione per il suo complesso, anche laddove esistano risorse umane molto professionalizzate e competenti, nonché nelle complicate e spesso farraginose norme e procedure burocratiche che regolano molte materie, e sovrapposizioni di competenze, a partire da quelle concernenti trasporti, infrastrutture e porti». Da qui la necessità di «mettere in campo un adeguato programma di rivisitazione delle competenze inter-ministeriali e razionalizzazione delle funzioni». Per il porti, gli interporti e la logistica vengono presentate dieci proposte in tutto.

1. Aumentare le risorse, oggi pari a 3,68 miliardi di euro, attualmente previste nella missione 3 da dedicare a intermodalità e logistica integrata con particolare riguardo a interventi infrastrutturali e concernenti i principali porti nazionali, soprattutto per il superamento di colli di bottiglia di ultimo e penultimo miglio nei collegamenti tra scali marittimi e grandi reti (Reti TEN-T);

2. Rafforzare le direzioni e gli uffici del ministero dei Trasporti dedicati per competenza alle materie della portualità, del mare e della logistica, attraverso un accorpamento di funzioni - definizione più ampia delle competenze per ridurre l'attuale frammentazione in più Ministeri di materie concorrenti che impattano sul nostro settore - l'inserimento di profili maggiormente specializzati, la semplificazione e digitalizzazione;

3. Semplificare al massimo le procedure di dragaggi dei fondali dei porti commerciali, che devono essere considerati alla stregua della manutenzione ordinaria, e in genere la realizzazione delle opere portuali a partire da quelle effettuate dai privati, anche attraverso la predisposizione di un piano triennale o quadriennale straordinario di interventi da finanziare con adeguate risorse statali o pubbliche. Vedi proposta di legge Paita/Nobili;

4. Adottare in chiave moderna la cosiddetta "riforma Delrio", ovvero il regolamento attuativo di cui all'articolo 18 della legge 84/94, ad esempio mettendo tutti i porti a sistema favorendo il funzionamento della Conferenza dei presidente delle autorità di sistema portuale;

5. Supportare l'adozione di un programma di formazione quinquennale dei portuali rinnovabile, ad esempio, con l'adeguamento del Fondo Nuove Competenze. L'obiettivo è mantenere questi lavoratori in grado rispondere alle esigenze di acquisizione di nuove competenze in linea con le evoluzioni tecnologiche ed organizzative. Secondo Assiterminal «l'esperienza ora più che ventennale della categoria dei terminal operators deve essere attore protagonista della politica di formazione generale»;

6. A carattere temporaneo, per esempio per un anno, una misura trasversale di contenimento del costo del lavoro per i terminal portuali, attraverso una riduzione non simbolica degli oneri sociali a carico dei datori di lavoro;

7. Riconoscimento progressivo di alcune mansioni del lavoro portuale nell'alveo delle categorie di lavori usuranti;

8. Concludere le analisi avviate dalla cabina di regia di Uirnet per finalizzare analisi PCS nazionali e procedere alla predisposizione di linee guida;

9. Transizione energetica: laddove non vi siano risorse sufficienti si dovranno attivare misure strutturali di fondi o agevolazioni per consentire anche ai privati concessionari di ridurre costi ed emissione, favorendo investimenti inseribili nei PEF funzionali all'equilibrio economico finanziario della concessione;

10. Superare il dualismo Zona economia speciale/Zona logistica speciale e procedere all'istituzione di zone franche intercluse funzionali alle aree portuali e retroportuali dei porti a vocazione commerciali internazionale. Valutare  agevolazioni amministrative e fiscali più incisive, nonché la strutturazione della loro governance attraverso la creazione di un'authority ad hoc indipendente, oppure attribuendo funzioni di coordinamento ad un organismo interdipartimentale a livello ministeriale.

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