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23 aprile 2024, Aggiornato alle 10,08
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Politiche marittime

Si riduce il rimorchio portuale. I sindacati non ci stanno

Una circolare della direzione porti del MIT autorizza le Capitanerie a riorganizzare il servizio tecnico-nautico. Le OOSS: "Ci saranno ripercussioni"


Ridurre il servizio di rimorchio portuale per far fronte al calo generalizzato del traffico. Le nuove disposizioni del ministero dei Trasporti non piacciono ai sindacati che temono una forte ripercussione su un settore già in difficoltà.

La circolare che permette alle autorità di controllo di ridimensionare il servizio tecnico-nautico, firmata dal direttore generale per i porti del dicastero, Mauro Coletta, è del 27 maggio e autorizza le Capitanerie di porto ad emettere ordinanze, d'intesa con le Autorità di sistema portuale e previo confronto col concessionario, volte alla «riorganizzazione del servizio di rimorchio a fronte della minore domanda dello stesso che si sta registrando in questa fase di emergenza». La circolare rientra nel DL Rilancio, che all'articolo 199 proroga di dodici mesi le concessioni di rimorchio, siano essere già prorogate o provvisorie. 

Secondo Coletta, un intervento di questo genere, «sia pure limitato nel tempo, potrebbe consentire di ridurre i costi del servizio a fronte della riduzione di fatturato derivante dalla minore domanda, e di contenere gli effetti sulle tariffe future».

Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti non sono d'accordo e chiedono un intervento di De Micheli per bloccare l'iniziativa. Le ragioni, spiegano, sono «di metodo e di merito in una fase complessa per l'economia nazionale portuale e marittima e per le ripercussioni sui lavoratori del settore per i quali alcune società concessionarie hanno già avviato e concluso le procedure di accesso alle prestazioni del Fondo settoriale Solimare. La Direzione Generale per la vigilanza sulle autorità portuali ed il trasporto marittimo – conclude la nota - ha attribuito alle Capitanerie di Porto e alle Autorità di sistema portuale le responsabilità di ulteriori penalizzazioni a carico dei lavoratori che si determinano, come nel caso di Livorno, senza alcun preventivo confronto con i sindacati».