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26 marzo 2025, Aggiornato alle 20,10
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Politiche marittime

Servizi portuali, primi passi verso una legislazione europea

Bruxelles raggiunge diversi accordi sotto l'imperativo della trasparenza finanzaria. Gli Stati membri hanno però un margine di discrezionalità


Trasparenza finanziaria dei porti e regole per l'accesso al mercato dei servizi portuali: su questi temi il Consiglio dei ministri dei Trasporti dell'Ue - riunito ieri in Lussemburgo sotto la presidenza italiana - ha adottato una posizione unitaria e definito una serie di norme da applicare a tutti gli scali marittimi elencati negli orientamenti comunitari per lo sviluppo della rete transeuropea Ten-T. In alcuni casi, però, gli Stati membri potranno decidere di non applicare le regole ai piccoli porti che fanno parte della rete globale e potranno anche essere liberi di decidere se applicare il regolamento ad altri scali non inclusi nell'elenco.

Servizi portuali 

In merito alle differenti categorie di servizi portuali, i ministri hanno stabilito che la movimentazione delle merci e i servizi ai passeggeri saranno soggetti alle regole di trasparenza finanziaria, ma verranno esentati dalle disposizioni di accesso al mercato, come inizialmente proposto dalla Commissione. I ministri hanno concordato che gli Stati membri avranno la possibilità di decidere sulle regole di accesso al mercato per questi servizi, in accordo con la giurisprudenza della Corte di giustizia Ue.

Dragaggi 

 L'attività di dragaggio sarà inoltre coperta solo dalle norme che impongono una contabilità separata per le attività finanziate con fondi pubblici e queste regole verrebbero applicate solamente quando l'organo di gestione del porto riceve finanziamenti pubblici.

Regole giuridiche
Il Consiglio si è inoltre adoperato per preservare la disarmonia giuridica fra gli Stati, "apportando molte modifiche all'iniziale disegno della Commissione" per "evitare gravami amministrativi esagerati per i porti più piccoli e per tenere conto delle diversità dei settori portuali dei singoli paesi così come delle contingenze particolari dei diversi Stati". Ad esempio, "le possibilità di limitare il numero dei fornitori di servizi sarà ampliata". Per farlo e per imporre obblighi di servizio si potranno usare diversi argomenti, dalla carenza di traffici a considerazioni aventi alla base sicurezza e sostenibilità ambientale. "Gli Stati e gli organi di gestione dei porti avranno ampia facoltà di imporre obblighi di servizio e limitare l'accesso al mercato se necessario". Il Consiglio ha inoltre previsto che il Regolamento vada applicato tanto ai porti core del network TEN–T quanto a quelli comprehensive, sebbene per questi siano previste eccezioni.

I commenti

"Il risultato raggiunto - ha commentato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi - è di grande spessore strategico nella gestione della portualità europea. I paesi dell'Unione hanno trovato un accordo su una tematica che, sin dall'istituzione della Comunità, era stato sempre oggetto di difficile condivisione". L'accordo ha comunque suscitato non poche perplessità tra gli operatori del settore, come testimonia il commento negativo dell'Ecsa, l'associazione che riunisce gli armatori europei, la quale ritiene "estremamente scoraggiante vedere che i legislatori dell'Ue stiano gradualmente svuotando di ogni sostanza la già debole proposta della Commissione". Il Regolamento passerà ora al vaglio del Parlamento europeo per l'approvazione definitiva.