di Claudio Franconi - DL News
Prendo spunto dalle recenti regate della Coppa America, che sarebbe stato certamente meglio vincere, per dire che, per me, le abbiamo vinte nel momento stesso in cui abbiamo battuto i supponenti e boriosi Inglesi. Dopo avere lasciato il mare, io ho lavorato con i Lloyd's di Londra direi per quasi tutta la mia vita a terra e penso di conoscere abbastanza bene gli Inglesi. Posso affermare che difetti, ovviamente, ne hanno ma hanno anche, indubbiamente, due qualità: l'ostinazione e l'amor Patrio, che invidio loro moltissimo. E li invidio perché hanno lo stesso amore Patrio che ho io per la mia Patria ma che, purtroppo, la maggior parte degli Italiani non ha.
A questo proposito, faccio questi esempi:
• ogni anno, l'11 novembre, Festa Nazionale, festeggiano il Remembrance Poppy: e per tutta la settimana portano all'occhiello un papavero di carta (il fiore del papavero rosso come il sangue dei Caduti). Più di una volta sono stato a Londra in quel periodo e anch'io ho portato il Poppy al mio occhiello.
• l'11 novembre fanno una parata nel Mall, con in testa tutti i veterani, anche quelli spinti in carrozzella, con tutte le loro brave medaglie
• cerimonie vengono inoltre effettuate in ogni punto in cui c'è un monumento commemorativo: io stesso, essendo a Londra per lavoro, non solo ho assistito alla parata nel Mall ma anche a quella celebrata davanti ad un monumento con lapide con nominativi di molti caduti in mare, che si trova accanto alla stazione Metro di Tower Hill. Era una commemorazione: i Caduti sono tutti uguali anche se, allora, sono stati nemici.
• In occasione della ricorrenza del centenario della Prima Guerra Mondiale, dato che hanno avuto ben 1.117.167 militari caduti, nel fossato della Torre di Londra hanno piantato 1.127.167 papaveri rossi (ovviamente di plastica, uno stelo lunghissimo con il fiore in cima): uno spettacolo impressionante: un mare di sangue che circondava le mura della Torre. (Quando mai noi facciamo cose del genere? Il 4 Novembre è stato cancellato, in compenso celebriamo il 25 aprile! Unico Paese al mondo che festeggia una sconfitta, fatta passare per una vittoria... ma lasciamo perdere, è meglio. Se esponi la bandiera sei soggetto a sanzioni! Io la espongo regolarmente).
A parte quelle che possono essere le differenti abitudini, io non condivido l'ammirazione per la Royal Navy e sono molto infastidito dalla loro supponenza nei nostri riguardi e, in particolare, per la nostra Marina. Vorrei adesso citare due esempi nella storia Inglese che, forse, sono poco noti, per portare all'attenzione dei lettori che nonostante la loro boria e supponenza (ho una mail a questo proposito, scritta da un mio amico inglese che concorda con me che li descrive in modo mirabile: devo trovarla) anche gli Inglesi hanno le loro magagne.
Il primo si riferisce nientemeno che all'ultra osannato Sir Francis Drake. Ecco un estratto di quanto scritto nel volume "La Flotta dell'Oro" di M.Peterson. Drake era cugino di John Hawkins, corsaro, navigatore e politico inglese, sotto la cui protezione era stato allevato ed educato. Il 2 ottobre 1567 Hawkins salpò da Plymouth per le Indie con sei navi, una delle quali, la Judith, un bark di 50 tonnellate, era comandata da suo cugino Drake. Nonostante non vi fosse guerra dichiarata fra Inghilterra e Spagna, la situazione fra le forze navali delle due nazioni nelle Indie Occidentali era tutt'altro che amichevole: come detto non c'era una guerra dichiarata, ma una tensione sia commerciale che religiosa, dato che gli Spagnoli erano cattolici ferventi e a quei tempi fra Inglesi ed emigrati dall'Europa vi erano molti protestanti, che gli Spagnoli consideravano eretici.
Gli Spagnoli si ritenevano padroni di tutta la zona dalla quale esportavano tutto l'esportabile verso il loro paese, principalmente oro, metalli e merci preziose e gli inglesi non erano da meno sia commerciando con gli spagnoli insediati nelle Indie (In precedenza Hawkins aveva sempre trattato con i funzionari coloniali Spagnoli i cui interessi non si discostavano tanto dai propri, vale a dire, ingaggiando un commercio che, sebbene illegale, era chiaramente vantaggioso per entrambi), che effettuando veri atti di pirateria, sia come pirati prima che corsari ufficiali poi, incaricati dalla Regina d'Inghilterra. Comunque, dopo giri in Africa per catturare schiavi neri da portare nelle Indie per colà venderli, nel settembre del 1568 la flotta Inglese di Hawkins arrivò a San Juan de Ulùa (Vera Cruz).
Ma, dopo alcuni giorni, arrivò una flotta Spagnola che, essendo il porto occupato dalla flotta Inglese, dovette ancorarsi fuori. Ma si avvicinava tempo cattivo e gli spagnoli, ad evitare di esser spinti dal vento ad incagliarsi sulla costa sabbiosa, chiesero agli Inglesi il permesso di entrare in porto senza dover combattere. Siccome era la stagione delle tempeste e non vi erano altri ancoraggi, quasi certamente sarebbero naufragati: Hawkins lo sapeva, così come sapeva che un suo rifiuto non sarebbe mai stato approvato dalla Regina, dal momento che non era in guerra con la Spagna e quindi diede il benestare.
Tralascio i particolari di quanto avvenne: la flotta spagnola entrò ma gli inglesi non si fidarono affatto degli spagnoli, noti traditori (così è scritto nel libro...) e si prepararono quindi a dover combattere nel momento in cui avessero voluto uscire dal porto. Cosa che, così come Hawkins aveva previsto, regolarmente avvenne: nacque una feroce battaglia con ingenti perdite da entrambe le parti. Non mi dilungo nella descrizione della battaglia, mi limito a dire che solo due navi Inglesi riuscirono ad uscire dal porto, quella di Hawkins e la Judith di Drake, ma i combattimenti continuarono ad infuriare anche fuori dal porto.
Cadde la notte ed i combattimenti cessarono. La Minion di Hawkins, una delle navi sopravvissute assieme alla Judith di Drake, rimase tutta la notte all'ancora ad alcune centinaia di metri dall'entrata del porto (avrebbero dovuto combattere la mattina dopo per recuperare degli Inglesi rimasti a terra). Al mattino la Minion era sola: La Judith, al comando di Francis Drake, era partita durante la notte (in altre parole Drake era scappato), e questo fatto bollò Drake per tutta la vita. Hawkins, nella sua relazione, non fa mai il nome del nipote, ma dice solo "così, soltanto con la Minion e la Judith, (un bark 39 da 50 tonnellate) riuscimmo a scampare, la quale bark la stessa notte ci abbandonò nella nostra grande sofferenza". Con la sola nave superstite alla fine Hawkins riuscì a fare vela verso l'Europa dove appoggiò in Spagna per fare viveri e acqua per poi ripartire verso l'Inghilterra. Lo stesso giorno in cui Hawkins ripartiva dalla costa Spagnola, Drake arrivava a Plymouth.
In seguito il comportamento di Drake doveva venir difeso dai suoi ammiratori. Quando divenne un grande eroe per gli Inglesi per essersi distinto in azioni contro il nemico, il suo comportamento venne giustificato come il risultato della confusione del momento, ma in realtà non ebbe alcuna scusante per aver abbandonato i suoi compagni. Forse dalla mortificazione che dovette provare e dalla sofferenza, dalla tristezza e dalla vergogna della battaglia di San Juan de Ulùa fu generato un Drago che, forse per vendicarsi, diventò un feroce nemico degli Spagnoli. Qui concludo questo primo fatto, nel quale ho portato alla luce un episodio di vigliaccheria da parte di uno dei più noti personaggi Inglesi dell'epoca.