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Cultura

Ravenna e Raul Gardini

A 25 anni dalla scomparsa dell'imprenditore e velista, la città romagnola gli ha dedicato una strada e un concerto


di Tobia Costagliola - DL News

 

Lunedì 23 luglio, festa di Sant'Apollinare, si è tenuto l'atteso concerto diretto da Riccardo Muti al Teatro Alighieri per ricordare Raul Gardini. A 25 anni dalla scomparsa, la Città di Ravenna che già in occasione del decennale gli aveva intitolato una strada, ha ricordato così l'imprenditore che diede lustro alla città, con un appuntamento organizzato da Ravenna Festival in collaborazione con il Comune di Ravenna, l'Autorità di Sistema Portuale, che cureranno restauro e collocazione del Moro di Venezia, e la Fondazione Flaminia, memore della laurea honoris causa conferitagli in Scienze Agrarie dall'Università di Bologna nel 1987.

 

Riccardo Muti e l'amico scomparso
Riccardo Muti è salito sul podio dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini per un concerto dedicato all'amico scomparso e offerto alla città; in programma musiche di Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Catalani, Martucci e Verdi. Il concerto è stato trasmesso dal Teatro Alighieri e seguito in diretta sullo schermo di Palazzo dei Congressi e su quello collocato in Piazza del Popolo grazie al sostegno della famiglia Gardini. Teatro, Palazzo dei Congressi e la caratteristica ed ampia Piazza del Popolo gremite come ai vecchi tempi, quando, durante la Louis Vuitton Cup e l'America's Cup i "fieri" ravennati, euforici e trepidanti, seguivano le evoluzioni del Moro di Venezia. Una simile folla ci fu nel 1992 quando si celebrò il gemellaggio della città di Ravenna con la città di San Diego dove si era disputata la Coppa America. L'ultimo bagno di folla per Gardini fu al suo funerale nella vicina piazza San Francesco, l'anno successivo.

 

La mia esperienza da dirigente della Fermar
Quando arrivai a Ravenna, alla fine dell'87, "ingaggiato" come dirigente del settore Chartering and Operation della Soc. Armatrice Fermar, del Gruppo Ferruzzi, si respirava nelle strade un'aria particolare, gente allegra, euforica, il centro storico affollato, oltre che dai soliti turisti e cittadini, dall'andirivieni di persone provenienti o dirette nei vari uffici della Ferruzzi. Lussuosi palazzi per uffici, residenze in antiche case nobiliari, flotte di auto e di velivoli, mecenatismo artistico. I negozi delle  quattro strade principali del centro storico erano sempre affollatissimi e lo stesso capitava ad alberghi e ristoranti. Era un piacere vedere quel movimento che rivelava una frenetica ed operosa attività legata in qualche modo al Gruppo Ferruzzi. Via-vai di macchine blu o sportive, gruppi di "colletti bianchi"in abiti blu o grigio, di diversa nazionalità, avvocati, commercialisti, finanzieri, tecnici, ecc. Nel week end, gruppi familiari in giro per lo shopping e spesso TIR, provenienti dalle più diverse località, eseguivano traslochi per nuovi insediamenti di "Gente Ferruzzi". Provenendo da Milano, non mi aspettavo simili scenari laddove le mie conoscenze evocavano soltanto una piccola città di provincia, con tanti magnifici monumenti ed un caratteristico porto canale dove continuamente approdavano le grosse navi di Serafino Ferruzzi provenienti dai traboccanti silos granari del Mississipi e del Rio de la Plata.

 

In quegli anni Ravenna sembrava proiettata nell'ombelico del mondo grazie alla visibilità che le aveva dato un solo uomo: Raul Gardini, assurto alla testa dell' impero economico ed industriale della famiglia Ferruzzi, creato e sviluppato "in silenzio" per tanti anni, grazie al lavoro ed all'ingegno del suo fondatore Serafino Ferruzzi. Non starò qui a dilungarmi sulla storia di questo personaggio tanto controverso, ammirato, osannato, osteggiato, contrastato. Se continuassi seppur nei più minimi dettagli della sua vicenda umana e quella del Gruppo Ferruzzi, non basterebbero dieci e più tomi. Susciterei reazioni, commenti e opinioni eterogenee e contrastanti senza essere in grado di affermare la verità, quella assoluta che oggi è ancora presentata come il risultato di tante..presunte verità troppo influenzate da ricordi personali, interessi di gruppi ancora esistenti e che forse ancora traggono beneficio da quanto è andato distrutto… Ai posteri, soltanto, l'ardua sentenza…


Ritornando alla commemorazione di Gardini, va riportato che il concerto è stato preceduto dalla proiezione di un breve estratto del noto  documentario L'ultimo imperatore curato da Giovanni Minoli e Massimo Favia. Nel rinunziare ad una mia personale esposizione della storia di Gardini ritengo comunque doveroso riportare una sintesi del documentario ottimamente presentata dalla bravissima Zelia Pastore che, puntualmente, commenta e recensisce la trasmissione televisiva La storia Siamo Noi : Gardini a La Storia Siamo Noi: ascesa e crollo di un imperatore. "Un uomo semplice che voleva avere a che fare con persone di potere ma per scardinarne il sistema e togliere di mezzo il vecchio". "Un visionario che sarebbe piaciuto a Steve Jobs, con una grande passione nazionale in un contesto globale, ma che avrebbe dovuto essere più prudente". Una persona che "non voleva mai fermarsi sull'esistente ma andare sempre avanti, moltiplicare gli sforzi, prendere strade sconosciute". Sono alcune delle opinioni (rispettivamente del biografo Cesare Peruzzi, di Claudio Martelli e dell'ex Ministro dell'Agricoltura Filippo Maria Pandolfi) su Raul Gardini, il protagonista della puntata de La Storia Siamo Noi in onda giovedì 23 maggio alle 23 su Rai3.

 

In Raul Gardini, l'ultimo imperatore, di Massimo Favia, si ricostruisce la vicenda di una figura poliedrica: contadino, corsaro, imprenditore e una delle vittime più eccellenti di Tangentopoli. Un'ora per capire di più di questo personaggio glorioso e tragico che ha trascorso una vita ai vertici conclusasi nella tragedia con un colpo di pistola alla tempia il 23 luglio del 1993. Dagli esordi ravennati nell'azienda del suocero Serafino Ferruzzi fino alla disfatta con il fallimento dell'Enimont, il più grande polo chimico italiano di tutti tempi, crollato sotto i colpi di tangentopoli.

 

Legato alla terra e al mare/Le accuse, gli intrighi finanziari
Affascinante, spregiudicato, coraggioso fino alla spavalderia, Raul Gardini era tuttavia un uomo profondamente legato alla terra. Ed è dalla terra che ha costruito il suo impero. Lo zucchero, l'etanolo, il matrimonio tra la chimica e l'agroalimentare. Gardini puntava sempre in alto. Ed è con questo spirito che decide di scalare Montedison ed entrare dalla porta principale nei salotti buoni della finanza. Quando la storia gli si ritorce contro Gardini compie la sua ultima grande impresa: la vittoria della Louis Vuitton Cup con il "Moro di Venezia", la barca a vela timonata da Paul Cayard con la quale fa sognare e inorgoglire tutti gli italiani. "È stato il suo ultimo momento di gioia", ricorda Vanni Balestrazzi, l'amico di sempre. Poi l'inarrestabile caduta. L'ex re della chimica viene accusato di aver pagato la madre di tutte le tangenti: 150 miliardi di lire alla Democrazia Cristiana e al Partito Socialista di allora per uscire senza troppi danni dall'affare Enimont. Per il corsaro di un tempo la prospettiva del carcere e della gogna non sono un'opzione percorribile. Gardini muore lasciando solo un biglietto indirizzato a moglie e figli con un'unica parola 'Grazie'.

 

Aspetto che Ravenna si svegli e riprenda il ruolo che aveva con Gardini
Lo scrivente vive ancora a Ravenna, ormai da 30 anni. Ebbene, quell'euforia, quell'orgoglio, quella frenesia di cui ho dianzi scritto, io l'ho vissuta, l'ho provata, sulla mia pelle, non solo come cittadino adottivo di Ravenna, ma dall'interno del Gruppo Ferruzzi, fiero dei miei incarichi sia in Italia che all'estero. Poi la tragedia, il tonfo, l'incredulità di tutti coloro che avevano partecipato o assistito alla vertiginosa, incredibile parabola di questo grande imprenditore e sognatore, protagonista delle vicende finanziarie del nostro paese per circa un decennio e passato, dalle cronache alla Storia, con vari appellativi come Il Contadino, Il Corsaro, Il Marinaio, l'ultimo Imperatore. Per la cronaca, devo precisare che di circa 1200 aziende del Gruppo Ferruzzi, smembrato malamente e svenduto dal sistema bancario (Mediobanca, per non fare altri nomi) erano tutte solide ed in "attivo". Il sottoscritto ha seguito la sorte della  Fermar, solidissima ed affermata azienda, ottimamente venduta al Gruppo Coeclerici. Posso dire che lo sgomento ed il dispiacere furono rapidamente soppiantati dagli impegni e dagli incarichi che mi toccarono nell'azienda acquirente.
Ma devo purtroppo anche affermare che, da quel lontano e tragico giorno del 1993, a Ravenna qualcosa è cambiato irreversibilmente… So che molti forse potrebbero non essere d'accordo ma, fino ad oggi, da allora, non è successo ancora niente… Industrie, industriali, nuove aziende, negozi, movimenti di persone, come sopra descritto, restano, purtroppo, un lontano ricordo… Ravenna attonita e sgomenta resta ancora in attesa. In attesa di qualcosa di forte, di sconvolgente che lasci il segno, che cambi il corso della sua ormai monotona vita. Troppi sono gli annunci, i progetti e gli stanziamenti mai andati a buon fine…Non bastano i soliti flussi turistici, non bastano più le navi da crociera soggette alla precarietà degli approdi… A Ravenna, siamo in attesa.

 

Siamo in attesa anche di un porto: proprio noi di DLNews abbiamo seguito e documentato, passo dopo passo, quanto sia stato fatto e soprattutto quanto  non è stato ancora fatto per riportare il porto almeno al vecchio "rango"… Il famoso progetto Marmarica per la completa riqualificazione della Darsena, tanto sostenuto da Gardini e partito "in quarta", negli anni '90, è ora, dopo 25 anni, in fase di stallo. Ancora oggi, il Pala De André (Palazzo dello delle Arti e dello Sport) realizzato nel 1989 dal Gruppo Ferruzzi, resta  l'unico significativo esempio di architettura contemporanea mai realizzato a Ravenna. E resta anche la testimonianza più importante della "grandeur" dell'impero economico guidato da Gardini. E Ravenna aspetta e spera… Chissà? Potrebbe anche rinascere un nuovo Gardini che potrà, con la sua luce, riportare la città agli antichi splendori di quando, 25 anni fa, sembrava essere tornata capitale dell'Impero Romano d'Occidente… Ci manca, comunque, la soia, la borsa di Chicago e quella di Milano, il bioetanolo, le regate dell'America's Cup, la Louis Vuitton Cup, l‘epopea del Volley femminile della Olimpia Teodora, ci mancheranno i sogni "realizzabili" di Gardini, il suo coraggio, la sua determinazione.