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03 maggio 2024, Aggiornato alle 09,20
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Politiche marittime

Porto di Napoli, patto Inail-Assarmatori per la sicurezza sul lavoro

L'istituto e l'associazione armatoriale promuoveranno corsi di formazione (a carico delle aziende) per migliorare la cultura della sicurezza sul lavoro

(mhobl/Flickr)

di Paolo Bosso

L'associazione Assarmatori e Inail hanno stretto per il porto di Napoli un protocollo d'intesa atto a migliorare la sicurezza sul lavoro nello scalo commerciale. Un accordo, come hanno spiegato oggi rappresentanti dell'associazione e funzionari dell'istituto durante una conferenza stampa a Napoli a bordo di Gnv Aries, che servirà a coinvolgere imprese, lavoratori e datori di lavoro a tutti i livelli, soprattutto nei cantieri navali, tra i luoghi di lavoro più soggetti agli incidenti.

«Lo abbiamo promosso e ottenuto. I cantieri sono luoghi di lavoro esposti agli incidenti», afferma Anna Ummarino, amministratrice delegata di Nuova Meccanica Navale, cantiere navale del gruppo Msc attivo nel porto campano. «Dobbiamo far crescere i lavoratori non solo nella professione ma anche nella cultura della sicurezza sul lavoro».

In cosa consiste il protocollo tra l'istituto di infortunistica e l'associazione aderente a Conftrasporto-Confcommercio? Come ha spiegato Nicola Pedicini dell'Inail, ha il suo fulcro in un comitato di coordinamento presieduto dal funzionario Inail Pasquale Addonizio, direttore della unità territoriale di Napoli per le attività di certificazione. Il comitato si muoverà su tre livelli: collaborazione istituzionale sulla comunicazione e la dotazione di sicurezza; organizzazione di una serie di convegni battezzati "Ancora di sicurezza"; infine, formazione del personale delle imprese con corsi rivolti sia ai dirigenti che agli operai. I costi di questi corsi saranno a carico delle aziende.

Come spiega Massimiliano Consoli, dirigente Affari Generali e Politiche Marittime di Assarmatori, l'associazione armatoriale «è proprietaria di una società di scopo operativa, Oltremare Scarl, proprio a Napoli, che si occupa principalmente di formazione rivolta sia al personale impiegato a terra sia alla gente di mare. Il nostro impegno in questo progetto sarà massimo al fine di poter offrire, con la nostra maturata expertise, un solido punto di riferimento per tutto il cluster marittimo, logistico e portuale».

Il protocollo e il comitato si muoverà forte di due importanti norme in materia in Italia, il decreto legislativo 81/80, che diciplina la sicurezza sul lavoro portuale, e il decreto legislativo 271/99, che disciplina le attività di bordo. «A volte si fa confusione tra questi due impianti normativi – spiega Pedicini – ed è importante sottolineare che la formazione e la promozione della sicurezza che manderemo avanti guarda a entrambi i dispositivi. Il porto vive di attrezzature di sollevamento, per esempio nei cantieri navali, e di apparecchi di pressione, per esempio nelle attività petrolchimiche, che richiedono una certa preparazione e la massima sicurezza per chi ci lavora».

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