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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Infrastrutture

Porto di Gioia Tauro, Corte dei conti approva terminal ferroviario

325 mila metri quadri con convogli da 750 metri. Un'opera da 40 milioni per permettere al polo di trasbordo di spostare i container sui treni. Agostinelli: "Procedura assai travagliata"

Il gateway ferroviario di Gioia Tauro

La Corte dei Conti ha approvato la procedura di attuazione del terminal intermodale di Gioia Tauro. Un vaglio atteso che conferma la bontà del progetto, costruito e collaudato in quattro anni dall'Autorità di sistema portuale (Adsp) dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, che permetterà di avviare le manovre ferroviarie nel principale polo di trasbordo italiano, ampliandone il mercato.

In linea con gli standard europei, l'infrastruttura occupa una superficie di 325 mila metri quadrati (circa 32 ettari), con una lunghezza complessiva dei nuovi binari pari a 3,825 metri ed aste da 825 metri ciascuna, che consentono di fare partire convogli di lunghezza pari a 750 metri. In altre parole, movimentando unità di 750 metri, è un terminal competitivo, costato complessivamente 40 milioni di euro, di cui circa 20 milioni finanziati dall'autorità portuale tramite il PON FESR Reti Mobilità 2007/2013, risorse gestite dal ministero delle Infrastrutture, in linea con il Piano Sud 2030. Realizzata in project financing, rientra in un insieme di interventi inseriti nell'accordo di programma quadro "Polo logistico intermodale di Gioia Tauro". 

Il responso della Corte dei Conti – che segue quello positivo dell'Agenzia per la Coesione Territoriale sui tempi di attuazione - è un risultato finale per una procedura «assai travagliata», commenta il presidente dell'Adsp, Andrea Agostinelli, «che ha visto la sostituzione del partner dell'ente nel project financing destinato alla realizzazione e alla gestione del gateway ferroviario e che, alla fine, si è perfezionato anche grazie alla costante, lungimirante attenzione del dipartimento per la programmazione, infrastrutture di trasporto a rete e i sistemi informativi del ministero delle Infrastrutture. Ora possiamo guardare con maggiore attenzione e fiducia a tutti gli investimenti che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedica alle infrastrutture ferroviarie per consentire l'alta capacità sulla dorsale tirrenica e su quella jonica, presupposto indefettibile per il pieno sviluppo della nuova infrastruttura ferroviaria portuale, ma rimane il fatto che lo Stato ha progettato, costruito e collaudato un'opera pubblica considerata strategica in soli quattro anni».