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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Porti, la riforma taglia 144 milioni di euro in 6 porti

Rimodulate le spese con l'accorpamento delle Autorità di sistema. Augusta, Brindisi, La Spezia, Monfalcone, Napoli e Trieste vedono ridursi i fondi per l'ammodernamento delle strutture


di Paolo Bosso

Sei porti italiani devono rinunciare in tutto a 144 milioni di euro di fondi statali per l'ammodernamento di banchine, piazzali e fondali. È la nuova rimodulazione delle spese per opere infrastrutturali a seguito della riforma dei porti (d.lgs. 169/2016) che ha accorpato le 24 autorità portuali in 15 Autorità di sistema portuale. Il ministero dei Trasporti ha decretato una nuova ripartizione, pubblicata in Gazzetta ufficiale lunedì

I fondi sono quelli della legge 166/2002 e riguardano il grosso dei porti italiani. Quelli che vedono ridimensionarsi le risorse sono sei: Augusta, Brindisi, La Spezia, Monfalcone, Napoli e Trieste. Nel dettaglio, Augusta perde 1,09 milioni; Brindisi 18,07; La Spezia 12,84 e Monfalcone 2,4. Quelli che ne perdono di più sono Napoli (30,1 milioni) e Trieste (33,3). Quest'ultima vede cancellata la variante di escavo per la diga foranea e dimezzata la risorsa per la realizzazione di un piazzale e una banchina dell'area compresa tra lo scalo legnami e l'ex italsider. Per Napoli nessuna rinuncia ma un taglio per otto opere:

1. Consolidamento banchina Vittorio Emanuele
2. Adeguamento strutturale bacino Camed
3. Adeguamento per security portuale
4. Adeguamento rete fognaria e collegamento ai collettori cittadini
5. Adeguamento e consolidamento molo Carmine
6. Consolidamento molo Immacolatella Vecchia lato Piliero
7. Consolidamento Molo Carmine
8. Rafforzamento molo Pisacane