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13 giugno 2025, Aggiornato alle 18,05
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Logistica

Porti e minacce cyber, Federlogistica: "Creiamo un Fondo per gli investimenti in OT Security"

Proposta anche la classificazione nazionale degli scali secondo il livello di sicurezza digitale


Federlogistica ritiene che i porti e il sistema logistico del Paese siano i gangli vitali maggiormente esposti agli attacchi cyber, con conseguenze potenzialmente devastanti in termini di danni economici, black out nella movimentazione delle merci, e rischi altissimi in termini di sicurezza.

La denuncia arriva in particolare dal presidente di Federlogistica, Davide Falteri che nel sottolineare come "un attacco a un porto oggi non blocca solo un terminal, blocca l'intera filiera industriale collegata" e come gli investimenti in cyber security non siano un costo, bensì il preventivo abbattimento di costi, ha presentato una proposta in tre punti di intervento emergenziale nel campo della cyber security. Per Federlogistica questo piano "non difensivo, bensì offensivo contro gli hacker e chiunque attenti alla sicurezza del comparto logistico" si basa su tre proposte concrete di intervento:

- Creazione di un fondo nazionale Cyber Porti e Interporti – per sostenere gli investimenti in OT Security e resilienza digitale delle PMI della logistica.
- Classificazione nazionale dei porti secondo il livello di sicurezza digitale, sul modello dei "rating di resilienza" già usati in altri settori.
- Protocollo nazionale tra MIT, ACN e Federlogistica per monitoraggio e audit periodici delle vulnerabilità OT nei porti italiani.

Alla base di questa strategia di emergenza si colloca un piano articolato a sua volta su tre punti caratterizzanti: il primo è quello della formazione e cultura digitale, finalizzato attraverso sinergie con Start 4.0 e con soggetti come ENEA, Unioncamere, ITS a colmare il digital gap di tecnici, operatori, dirigenti.

Il secondo è quello di una digitalizzazione consapevole, promuovendo l'adozione di audit di sicurezza OT, standard internazionali come ISO/IEC 62443 e sistemi di monitoraggio predittivo nei nodi logistici critici. Il terzo, forse il più importante, è quello di una cooperazione pubblico-privata che sfoci in una cabina di regia unica sulla sicurezza informatica nei trasporti e nella logistica. Cabina di regia alla cui costituzione Federlogistica – ha sottolineato Falteri – sta lavorando con Ministeri, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ENAC, Capitanerie di Porto e Regioni.

Nei porti che solo di recente hanno adottato il concetto "smart", esiste una vulnerabilità sistemica non solo tecnologica, ma anche formativa, normativa e gestionale. Nel mondo della logistica, dove ogni anello della catena se attaccato può far collassare l'intero sistema, secondo Federlogistica "è venuto il momento di superare la visione difensiva e adottare un modello proattivo e distribuito di governance del rischio OT. Il che significa adottare policy aziendali integrate OT/IT; condividere i dati sulle minacce tra soggetti pubblici e privati; costruire ecosistemi di allerta precoce con l'aiuto dell'AI; rendere obbligatorio per i porti un Cyber Risk Management Plan.

Tag: logistica