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04 ottobre 2024, Aggiornato alle 15,38
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Nuova diga di Genova, sommozzatori in saturazione alla ricerca di ordigni

Una tecnica tipica della manutenzione offshore viene applicata per la prima volta in Italia. Una squadra di subacquei lavorerà per turni, senza sosta, per due mesi

La piattaforma al largo del porto di Genova dove lavoreranno una squadra di sommozzatori nei prossimi due mesi

Nel sito scelto per la costruzione della nuova diga foranea di Genova è iniziata una ricerca subacquea di ordigni inesplosi lungo il fondale, fino a 50 metri di profondità. Webuild - il gruppo di imprese responsabile dei lavori formato da Fincantieri, Fincosit e Sidra - si è rivolta a subacquei il cui lavoro, per la prima volta in Italia, prevede l'utilizzo di un sistema di immersione in saturazione. La loro ricerca degli ordigni durerà circa due mesi.

Entro i dieci metri di profondità i sommozzatori non hanno bisogno di decompressione (sostanzialmente una sosta, durante l'ascesa o la discesa, per permettere al corpo di eliminare i gas inerti che possono provocare, per esempio, embolie). Quando si superano i dieci metri bisogna praticare la decompressione. Inoltre più è profonda la quota meno tempo si ha a disposizione per lavorare. Nel mondo offshore, per esempio nelle attività di costruzione e manutenzione dei campi petroliferi gli interventi dei sommozzatori superano i 50 metri e consentono una permanenza su questa quota di pochi minuti. La tecnica della saturazione supera questo limite introducendo le camere iperbariche o campane d'immersione: in poche ore i sommozatori vengono compressi con un gas che gradatamente arriva alla quota operativa con il 97 per cento di elio e il 3 per cento di ossigeno. Dopo essere stati esposti per dodici ore a questa pressione il corpo è saturo e tutto il gas contenuto in esso risulta alla stessa pressione del fondale o della quota di profondità a cui bisogna lavorare. I sommozzatori resteranno pressurizzati nell'impianto di saturazione fino alla fine del turno e potranno operare senza necessità di decompressione.

La ricerca degli ordigni per la diga di Genova, condotta in coordinamento con Drafinsub, coinvolge otto sommozzatori, che a gruppi di due vengono fatti scendere sul fondo del mare all'interno di una camera di decompressione sommergibile alla profondità richiesta. Ciascuno dei due sommozzatori andrà a lavorare per quattro ore alla volta. Alla fine del turno di otto ore vengono sostituiti da un'altra coppia di sommozzatori. Il loro lavoro sarà coordinato in superficie su una grande piattaforma galleggiante su cui sarà collocato il sistema di immersione in saturazione. Sulla piattaforma saranno inoltre presenti un generatore di corrente da 1,200 Kw e alloggi per 32 tecnici. Una cabina di regia monitorerà tutte le condizioni della camera di decompressione sommergibile e del sistema di immersione in saturazione. Con questa fitta turnistica i lavori saranno non si fermeranno mai per sessanta giorni consecutivi.

Il 7 luglio sono iniziati i lavori per consolidare l'area designata dei fondali ricavati, avendo già realizzato circa 220 delle 70 mila colonne di ghiaia che garantiranno la stabilità delle fondamenta su cui poggerà il frangiflutti. Anche la posa della ghiaia sul fondo del mare procede a pieno ritmo. Circa 200 mila tonnellate di materiale sono già state versate da una nave con una capacità di 3,600 tonnellate e due pontoni più piccoli di circa 700 tonnellate in totale. Trasportano in media 3 mila tonnellate di ghiaia al giorno e hanno effettuato più di 90 viaggi andata e ritorno da Piombino a Genova.

La diga foranea è realizzata dalla PerGenova Breakwater, un consorzio guidato da Webuild in partnership con Fincantieri Infrastrutture Opere Marittime, Fincosit e Sidra. Rina fornisce servizi di consulenza per la gestione dei progetti. L'opera è stata commissionata dall'autorità di sistema portuale di Genova. Per la realizzazione della diga foranea, che beneficerà anche del finanziamento del PNRR, saranno impiegate, tra diretti e indiretti, circa mille persone.

Il nuovo molo di Genova è la più grande e costosa (supera il miliardo di euro) opera portuale mai realizzata in Italia. Proteggerà il porto di Genova dalle grandi onde e soprattutto allargherà il bacino di accesso, permettendo l'ingresso di navi di ultima generazione. Un progetto unico dal punto di vista ingegneristico, misurerà 6,200 metri di lunghezza e sostituirà la struttura esistente.

Tag: genova