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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Armatori

Noli, dogane e nuove norme: uno sguardo al mercato mondiale

Nonostante il momento negativo, gli operatori attendono una ripresa negli ultimi due mesi dell'anno


di Massimo Granieri - DL News

Un'altra settimana definita brutale dalla maggior parte degli operatori del mercato delle capesize con noli crollati su tutte le rotte. Un periodo nero iniziato con il deragliamento di un convoglio di 268 carri ferroviari con 35.000 tonnellate di minerale di ferro proveniente dalle miniere di Pilbara (di proprietà del gigante minerario BHP Billiton) diretto verso il terminale d'imbarco di Port Hedland in Australia. La rete ferroviaria completamente distrutta verrà molto probabilmente ripristinata a tempo di record ma il vuoto di domanda così creato ha lasciato gli armatori con "barche pronte" (tonnellaggio disponibile in breve tempo) nelle mani dei rimanenti noleggiatori che con i pochi carichi disponibili sono riusciti a spuntare noli al ribasso. Stessa situazione anche in Atlantico con volumi ridotti e noli in  discesa dove i pochi nuovi carichi si limitano a quelli brasiliani e la rotta standard Tubarao/Qingdao è scesa a 16 dollari/tonn mentre la West Australia/China ha toccato i 6.75 dollari/tonn. 
 
Piuttosto monotono anche il mercato delle Panamax con un Pacifico sotto pressione sempre a causa di un eccesso di stiva, in particolare di navi "spot" e armatori forzati ad accettare noli in discesa pur di trovare impiego. Sempre sostenute comunque le importazioni di carbone da parte dell'India dall' Australia, Indonesia e Sud Africa. Noli in leggera flessione  anche per le rotte del grano sud americano soprattutto per gli imbarchi di novembre anche in questo caso a causa di un eccesso di stiva disponibile, sebbene i volumi venduti soprattutto verso l'Asia e Oriente rimangono sostenuti a compensazione delle esportazioni di grano americano verso la Cina quasi inesistenti compromesse dalla guerra dei dazi tra le due superpotenze.

Non diversa la situazione anche per le portate minori Ultramax, Supramax e Handy con rotte atlantiche di segno negativo anche se una maggiore attività in golfo USA potrebbe preludere ad una possibile ripresa. Per tutti i settori molto limitata l'attività del noleggio a tempo ridotta ad alcuni fissati conclusi per breve periodo.

Il momento negativo non attenua in ogni caso le aspettative degli operatori che auspicano per i prossimi due mesi l'attesa "rush" di fine anno e il rialzo dei noli a conclusione di periodo in cui il settore del trasporto delle rinfuse secche ha fatto registrare livelli di nolo mai visti da 7 anni a questa parte. Se il 2017 è stato l'inizio della ripresa nel 2018 si sta passando da un mercato sempre meno "volatile" a uno sempre più ricco di "fondamentali robusti" condizione necessaria per raggiungere profitti operativi stabili.

Se l'equazione domanda/offerta permette di determinare la tendenza del mercato si può affermare che il settore del dry cargo è in fase di correzione della traiettoria anche se la realtà è decisamente più complessa e sono molteplici i fattori che contribuiscono al risultato finale. In un mondo che si muove velocemente e tende all'instabilità le cose possono sempre cambiare repentinamente. Nuove tecnologie, nuovi regolamenti, nuovi players sono giusto alcune delle tante variabili che possono modificare il terreno di gioco, creare nuove sensitività e asimmetrie di  mercato. Tutto sommato gli ordini di plancia rimangono sempre gli stessi: "accettare la sfida e stare pronti a possibili cambiamenti di rotta" perché ancora nuove interessanti opportunità potrebbero apparire all'orizzonte nei prossimi anni.
 
 Nel frattempo nel mondo dello shipping succede che... il ban delle dogane cinesi alle importazioni di carbone

La Cina rilancia l'attività mineraria e promuove un piano d'investimenti per circa un miliardo e mezzo di dollari per incentivare l'industria estrattiva della provincia nord occidentale di Shaanxi. La Cina e le importazioni di materie prime è una "never ending story" con un governo cinese che prima annuncia di voler  chiudere le miniere domestiche improduttive e obsolete legandosi alle importazioni di carbone eminerale e pochi mesi dopo dichiara l'esatto contrario. A conferma di quanto sopra al momento dell'andare in macchina un comunicato dal nostro ufficio di Pechino annuncia l'inaspettata decisione da parte delle dogane cinesi di interdire le importazioni di carbone nei porti meridionali cinesi e cancellare i contratti di vendita già in essere. 

Una decisione grave e immotivata  che preoccupa operatori commerciali, armatori e che potrebbe avere lo scopo di mettere sotto pressione il prezzo del carbone indonesiano che dopo questa notizia è iniziato rapidamente a scendere dagli iniziali 37 dollari/tonnellata di fine ottobre agli attuali 32.50 usd/t: ancora presto per giudicare, staremo a vedere. Theran scrive all'IMO denunciando l'illegalità dell'embargo USA contro l'Iran che colpisce anche l'armamento di bandiera. La settimana scorsa infatti in una lettera dell'ambasciatore iraniano in Inghilterra consegnata all'ufficio IMO di Londra si rivendica "la unilaterale imposizione americana verso le navi iraniane che viola le normative marittime internazionali e mette in pericolo la sicurezza marittima".

La lista di sanzioni promosse dal Dipartimento del Tesoro americano include tra l'altro 200 nomi e navi tra più di 700 possibili target iraniani o riconducibili all'Iran.  Una brutta notizia per il mondo occidentale che aveva iniziato a dialogare costruttivamente con questa nazione che dopo anni di segregazione e oscurantismo si è proposta in una nuova veste intenzionata ad emergere e stabilire nuovi rapporti economici e culturali. Poteva essere una possibile buona opportunità anche per i trasporti marittimi.   

Lo sapevate che nell'ambito del nuovo regolamento MARPOL Annex VI è contemplato che le nazioni firmatarie di tale documento debbano informare l'IMO circa l'effettiva disponibilità di bunker conforme  a tale normative presso i loro porti? Non e' propriamente sancito ma all'interno di tale meccanismo una tale richiesta potrebbe starci. In proposito su proposta  liberiana nell'ambito della 73esima sessione dell'IMÒs Marine Environment Protection Committee si è discusso infatti circa una normativa che chieda agli stati di collaborare in tal senso. Sicuramente un iniziativa che merita il plauso perché sarebbe un ulteriore passo in avanti  rivolto a fare un po' di chiarezza e aiutare l'armamento nel decidere quali pesci prendere in occasione della fatidica data. 

E sempre in occasione del MEPC73 si è messa una parola fine a tutte quelle speculazioni circa un possibile ritardo nell'applicazione delle leggi MARPOL per la messa al bando dei combustibili per uso marino con un tasso di zolfo superiore allo 0.50%. La legge entrerà in forza come previsto il 1° gennaio 2020 e per assicurare un coerente implementamento e rafforzamento è stato adottato in occasione di tale sessione il "carriage ban", un emendamento complementare al MARPOL che proibirà anche il semplice trasporto di fuel non conforme ai nuovi regolamenti a bordo di navi che non siano dotate di sistema di pulizia dei gas di scarico. Questo emendamento entrerà in forza dal 1mo marzo 2020.   
 

Tag: dogane