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24 marzo 2025, Aggiornato alle 12,59
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Infrastrutture

Napoli, riparte il Grande Progetto del porto ma quante incognite

Bruxelles da il via libera definitivo. C'è da avviare le gare d'appalto, stabilire gli interventi, un percorso tutto in salita  viste le polemiche degli ultimi giorni


di Paolo Bosso 
 
L'Europa dà il via libera al Grande Progetto del porto di Napoli. E' arrivato la settimana scorsa, il 21 maggio, l'ok di Bruxelles a 19 progetti della Regione Campania, tra questi quello da 240+95 milioni di euro (infrastrutture portuali+ferrovie) per il porto di Napoli. A questi se ne aggiungono altri 150 circa per un totale dalla Regione per un totale di 500 milioni. Quelli da 240+95 erano fondi finiti sotto esame per sospetti aiuti di Stato, una curiosa e burocratica mossa dell'Ue che con un ufficio ha erogato i fondi Por-Fesr e con un altro, quello Antitrust, ha dovuto verificare come saranno gestiti questi soldi. L'attesa è finita. Il responso è positivo, senza se e senza ma.
Scongiurata infine l'ipotesi da parte del governatore della Campania Stefano Caldoro, provocatoria più che realistica, di ritirare il Grande Progetto. «Ok al confronto sul porto. In Consiglio e con le associazioni. Ma sia chiaro: è tempo di decisioni e soluzioni. Non si può perdere tempo» risponde via twitter il governatore al Pd che lo aveva invitato a riferire in aula alla minaccia di ritiro del Grande progetto.
 
 
Ma questo non vuol dire che per lo scalo partenopeo è tutto in discesa, anzi. Approvato il progetto, ottenuti i soldi e il via libera definitivo della Commissione europea, c'è da fare tutto il resto: in una parola gli appalti. E se soltanto per avere tutte le carte in regola per un progetto nero su bianco si è dovuto attendere un intero anno condito con polemiche finali, minacce di ritiro e scaricabarile, ci si chiede quanto ce ne vorrà per avviare i lavori, sfoltire le decine di interventi che vanno dal recupero degli ordini bellici fino alla creazione del piping sottomarino per i petroli. Per esempio, quest'ultimo intervento, uno dei più corposi e importanti dal punto di vista infrastrutturale, probabilmente non si farà. Problemi relativi alla sicurezza dicono dall'interno, aut aut delle multinazionali del petrolio secondo altri. In ogni caso è un vero peccato, la delocalizzazione a mare della darsena petroli avrebbe liberato un sacco di spazio, dando una grossa spinta alla darsena di Levante, il miraggio del nuovo terminal container, un progetto molto più vecchio del "Grande", e che mai come in questo periodo Napoli ne avrebbe veramente bisogno.