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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Cultura

Mezzogiorno, panorama economico di mezza estate / Lo studio SRM-Intesa Sanpaolo

Nonostante tutto, le imprese crescono e investono nell'area. Pur basandosi molto sul turismo, l'economia manifatturiera persiste. Quattro assi: mare, energia, turismo e ambiente

(NASA Goddard Space Flight Center/Flickr)

Mare, energia, turismo e ambiente rappresentano i quattro assi portanti per la ripresa del Mezzogiorno. Il rafforzamento di questi ambiti, favorito dallo stanziamento dei fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), costituisce la strada maestra per favorire la ripartenza del Sud Italia e dell'intero Paese. Lo rileva il Panorama economico di mezz'estate del Mezzogiorno pubblicato dal centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM) di Intesa Sanpaolo , che fornisce una propositiva visione del Mezzogiorno individuando numeri inaspettati circa la realtà economica e produttiva meridionale e fornendo spunti di riflessione ed indirizzi per la ripartenza del Paese.

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Cresce il numero delle imprese: i dati registrano, a giugno, un +1,8% rispetto al 2020 (+0,9% il dato Italia); inoltre, sono attive 174.474 imprese giovanili, quasi il 40,4% del dato nazionale. Il Mezzogiorno è l'area con il più elevato tasso di imprenditorialità giovanile (10%, in Italia 8,4%). Riparte anche l'export: si evidenzia, al I trimestre dell'anno, un +1,6% (media Italia +4,6%). Nel Mezzogiorno vi sono oltre 15mila imprese "innovative", il 17% del dato nazionale. Rispetto al 2014, il numero delle imprese innovative cresce di circa il 52% a fronte del 34% della media nazionale e la spesa per addetto è aumentata di 1,800 euro (media Italia +2,800 euro).

Il Mezzogiorno contiene quindi tutti gli elementi per fare Meta (Mare, Energia, Turismo, Ambiente) e contribuire in modo deciso a far vincere al Paese la sfida della ripartenza. I porti, la logistica e lo shipping sono gli elementi che muovono l'economia del mare e che possono favorire la competitività del Paese nel Mediterraneo, in particolare se si confermeranno i processi di reshoring, cioè l'accorciamento delle catene produttive all'interno dell'area euro-mediterranea. Gli scali del Sud rappresentano ad oggi il 47% del traffico nazionale di merci e le navi trasportano il 65% ed il 49% rispettivamente dell'import e dell'export delle industrie del territorio. Dal punto di vista dell'energia l'Italia diventa una protagonista nelle rinnovabili grazie al Sud dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del nostro Paese. Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie.

Secondo le analisi di SRM che riguardano il turismo, nell'anno della pandemia il Mezzogiorno ha rappresentato circa un quarto dei flussi turistici nazionali con oltre 10,7 milioni di arrivi e 40,6 milioni di presenze. Le stime per il 2021 evidenziano una crescita della domanda turistica pari a circa 58,3 milioni di presenze. Andando ad analizzare ambiente e sostenibilità, la bioeconomia nel Mezzogiorno vale 23,6 miliardi di euro di Valore aggiunto, il 6,7% del totale economia dell'area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale. Gli addetti a produzioni bio sono oltre 732mila, pari al 10,7% degli occupati complessivi meridionali (circa 3 p.p. in più rispetto alla media italiana 7,9%) ed a ben il 36,4% del dato nazionale.

Inoltre, su un campione di 300 imprese manifatturiere del Sud intervistate da SRM, il 34% dichiara di aver effettuato investimenti nell'ultimo triennio con forte propensione (circa il 50% degli investimenti) all'innovazione e alla sostenibilità. E cresce l'attesa per il PNRR: il 54% delle imprese, sia nel Mezzogiorno che in Italia, intravede opportunità e possibili vantaggi indiretti per la propria azienda e un ulteriore 31% si dichiara pronta a cogliere direttamente i vantaggi che il PNRR offrirà.

Il percorso futuro di crescita è quindi legato a doppio filo alla capacità del Paese e del Mezzogiorno di utilizzare al meglio le risorse disponibili del PNRR che assegna al Sud circa 82 miliardi di euro e che dovranno essere spesi in modo efficiente. Per raggiungere gli obiettivi prefissati l'accento va posto su quei settori trasversali che, anche grazie al corretto utilizzo delle risorse disponibili e al completamento delle riforme, rappresentano la linfa vitale della nuova società e leve fondamentali per lo sviluppo: formazione, sostenibilità, innovazione, digitalizzazione ed economia sociale. In questi settori il Mezzogiorno evidenzia importanti aree di miglioramento e sfidanti obiettivi di crescita.

La pubblicazione integrale del rapporto è disponibile per il download sul sito di SRM: www.sr-m.it

Secondo Paolo Scudieri, presidente di SRM, sono dati che «dimostrano che esiste un Mezzogiorno che nonostante tutto riesce ad essere competitivo. La fase di ripresa economica a livello nazionale - con il supporto delle risorse del PNRR e delle riforme necessarie a modernizzare il Paese - può essere la vera occasione per consentire un recupero almeno parziale dello storico gap con il resto di Italia e permettere al Mezzogiorno di contribuire alla ripartenza dell'intero Paese».

Per Massimo Deandreis, direttore generaledi  SRM, il Mezzogiorno emerge come «area con grande potenziale e ricca di risorse che vanno valorizzate ed efficientate. SRM con una logica propositiva vuole, quindi, indagare su ciò che il Mezzogiorno può offrire e che, anche grazie alle risorse disponibili e alle riforme in corso, può utilizzare per tracciare nuovi obiettivi di sviluppo. Quattro grandi assi – mare, energia, turismo e ambiente – che insieme alle forze trasversali espresse dalla formazione, dalla ricerca, dall'innovazione e dall'economia sociale, possono configurare per tutta la struttura produttiva ed imprenditoriale meridionale nuove e concrete possibilità di crescita. Occorre cambiare passo, guardando al futuro e concentrare gli sforzi di tutti per non perdere la più grande occasione per il Sud e per l'Italia rappresentata dal PNRR». 

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Tag: srm - economia - ambiente