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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 16,22
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Infrastrutture

Maersk, Lloyd's e Core Power studiano una portacontainer nucleare

Il settore valuta da tempo come attrezzare un mercantile con un reattore. In realtà è già possibile ma bisogna capire con attenzione come gestire gli enormi investimenti richiesti e i costi assicurativi

(Stephen Rees/Flickr)

Il gruppo armatoriale danese Maersk parteciperà a uno studio condotto dal Lloyd's Register e dalla società britannica Core Power per la costruzione di una portacontainer a propulsione nucleare da far navigare in Europa.

Lo studio servirà a fare il punto sull'utilizzo di una tecnologia all'avanguardia e ancora non sperimentata ma di cui da diversi anni l'industria armatoriale ne stanno valutando la fattibilità. Maersk, Lloyd's e Core Power valuteranno i requisiti di sicurezza, le attività operative di bordo e l'approvvigionamento che richiederebbe una portacontainer spinta dalla propulsione nucleare.

Gli esperti del settore ritengono che la propulsione nucleare sulle navi mercantili richiederà almeno dieci anni di studi prima di avviare la costruzione delle prime unità. Fino ad oggi in mare questa tecnologia è stata impiegata soltanto sui sottomarini militari e sulle navi rompighiaccio. Impiegarla su un mercantile di fatto è già possibile ma la criticità è sostanzialmente una, i costi, sotto due aspetti: dal punto di vista del trasporto, per cui bisogna valutare se l'enorme investimento di un armatore per dotare una sua nave di un reattore nucleare possa farlo tornare in attivo in tempi ragionevoli; infine, bisogna capire in che modo assicurare una nave del genere, visto che bisogna creare nuove polizze che tengano conto dei rischi o in generale delle novità che porta con sé una nave di questo tipo. Utilizzare una nave mercantile nucleare, comunque, avrebbe un vantaggio unico rispetto ad altri carburanti innovativi (come l'ammoniaca, l'idrogeno e o il gas liquefatto). Un carburante di questo tipo, infatti, permetterebbe a una nave di non avere praticamente più bisogno di rifornirsi, visto che un reattore nucleare può lavorare in autonomia per decenni prima di esaurirsi.

«L'energia nucleare presenta una serie di sfide legate, ad esempio, alla sicurezza, alla gestione dei rifiuti e all'accettazione normativa nelle diverse regioni e, finora, gli svantaggi hanno chiaramente superato i vantaggi della tecnologia», spiega Ole Graa Jakobsen, head of fleet technology del gruppo Maersk. «Se queste sfide possono essere affrontate tramite lo sviluppo dei nuovi cosiddetti progetti di reattori di quarta generazione, l'energia nucleare potrebbe potenzialmente trasformarsi in un altro possibile percorso di decarbonizzazione per il settore della logistica tra 10 e 15 anni. Pertanto, continuiamo a monitorare e valutare questa tecnologia, insieme a tutte le altre soluzioni a basse emissioni». 

Tag: maersk - ambiente