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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Le cinque opere fondamentali per Genova, secondo Assagenti

Diga foranea, terzo valico Genova-Milano, nodo ferroviario, gronda autostradale di Ponente e digitalizzazione di tutti i servizi portuali. Gli agenti marittimi liguri in assemblea

Il presidente di Assagenti, Paolo Pessina

«Genova ha tutte le precondizioni e le possibilità per diventare la chiave di rilancio dell'economia italiana, ma ciò può accadere a condizione che le opere programmate, sia quelle a mare, la nuova avveniristica diga su fondali di 58 metri, sia quelle a terra, i collegamenti ferroviari e autostradali con Milano, che collocherebbero il più importante porto del Mediterraneo a meno di 50 minuti di distanza dalla capitale italiana del business e dalla sua vasta area produttiva, diventino da oggi oggetto di un vero e proprio patto di sangue». Lo ha detto il presidente degli agenti marittimi genovesi, Paolo Pessina, riunitisi all'assemblea di Assagenti, in corso nel capoluogo ligure. 

Su queste opere, ha continuato Pessina, «non devono esistere incognite sulla costruzione, né tantomeno incertezze sui tempi della loro realizzazione, al costo di cambiare tutte le metodologie di approccio ai progetti e ai lavori e da fissare subito centri di responsabilità che saranno chiamati a rendere conto di queste opere». Secondo Pessina le opere programmate sarebbero già troppe in Italia, è naturale pensare che molte non saranno ultimate. Ma per cinque opere, destinate a fare del porto di Genova il principale polo logistico del paese e della città di Genova un esempio unico di città porto interconnessa anche telematicamente con il suo mercato di riferimento, non possono esistere giustificazioni, né fallimenti. Si tratta della nuova diga del porto, l'opera marittima più costosa di sempre da oltre un miliardo di euro, con consegna prefissata nel 2027; del Terzo Valico ferroviario fra Genova e Milano, consegna nel 2026 a 114 anni dal primo progetto; del nodo ferroviario di Genova, consegna nel 2024; della gronda autostradale di Ponente, con inizio lavori nel 2023 e dieci anni per il completamento; infine, la digitalizzazione di tutti i servizi portuali entro il 2023.

Un'altra area da qualificare è quella siderurgica di Cornigliano, «un fantasma della vita economica genovese e sino a oggi il convitato di pietra di qualsiasi dibattito politico». Secondo Pessina, un porto in affannosa ricerca di spazi per attività di movimentazione delle merci e di logistica non può più permettersi il lusso di ignorare un'area (ex Italsider) da un milione e 300 mila metri quadri incastonata al centro dello scalo marittimo. «Tutti sanno – ha detto Pessina – che il problema occupazionale potrebbe essere facilmente risolto rendendo l'area di Cornigliano il polmone produttivo del porto». A favore dell'utilizzo anche parziale (500 mila metri quadri) delle aree siderurgiche si è espresso il sindaco di Genova, Marco Bucci, che ha invocato su questo tema un'alleanza forte fra istituzioni e imprese.

«Per decenni – ha concluso Pessina – abbiamo vissuto di passato, subendo il declino di quella che è stata battezzata la città più vecchia d'Italia. La nostra categoria ha deciso di passare il testimone ai giovani che lavorano nelle nostre aziende dando vita a un vero e proprio think tank che da luglio inizierà a lavorare sul futuro. E nel futuro ci sono prima di tutto le infrastrutture che abbiamo indicato».

Tag: genova - assagenti