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17 marzo 2025, Aggiornato alle 18,59
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L'Alto Adriatico piace a Gianluigi Aponte

Aveva criticato il finanziamento statale per il terminal offshore di Venezia. Ora però ha dato il suo benestare, grazie all'opera di convincimento del presidente dell'Ap Paolo Costa


Pare che il presidente dell'Autorità portuale di Venezia Paolo Costa sappia essere persuasivo. E' riuscito infatti a convincere a investire sul futuro terminal offshore del porto la stessa persona che aveva criticato il progetto, ovvero Gianluigi Aponte, boss della seconda compagnia armatoriale del mondo, Msc. All'inizio della settimana Costa è volato a Ginevra, la città dove vive Aponte, ed è tornato in patria da vincente. Aponte, secondo Costa, era "particolarmente interessato" ed ha incoraggiato l'ente portuale e gli ingegneri di Halcrow, società inglese che ha curato il progetto del terminal, ad andare avanti. «Preso atto dell'avanzamento del progetto – ha detto Costa - nel corso dell'incontro Aponte ci ha incoraggiati a portare avanti il lavoro sfruttando al meglio l'integrazione fra operazioni logistico-portuali a terra e l'offshore».
Secondo quanto ha riferito l'Authority della Laguna, la chiave di tutto è stato il sistema di traffico alla base del centro offshore: chiatte e terminali a terra, come ad Anversa. Se poi a questo aggiungiamo 20 metri di profondità e un chilometro di banchina che rendono il terminal moderno e in grado di accogliere navi di ultima generazione, non deve essere stato troppo difficile convincere Mr. Aponte.
Martedì prossimo il governo approverà al Senato la legge di stabilità (che poi passerà in terza e ultima lettura alla Camera) che include il tanto criticato finanziamento da 100 milioni per realizzare il terminal.