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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 16,22
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In Europa i fiumi in secca rallentano le merci

Il Po, il Danubio e il Reno in alcuni punti raggiungono pescaggi troppo bassi, colpendo l'economia di una quindicina di Paesi e causando disagi a decine di milioni di persone

Il Danubio all'altezza di Giurgiu, città della Romania al confine con la Bulgaria (Велислав/Flickr)

La siccità che sta colpendo l'Europa da molte settimane sta mettendo in difficoltà i principali fiumi del continente, come il Reno e il Danubio, causando rallentamenti al trasporto marittimo fluviale, disagi a milioni di persone nell'approvvigionamento dell'acqua (per bere e irrigare) e disagi ai turisti. Anche in Italia la secca del Po e l'estensione della salinità alla foce sta influendo pesantemente sui raccolti. Stiamo parlando di corsi d'acqua strategici per i porti, soprattutto in Nord Europa.

La tempesta è perfetta perché all'inflazione, all'aumento dei costi dell'energia e del trasporto – quelle su chiatte sono cresciute in pochi giorni del 30 per cento all'inizio del mese, come riferisce la compagnia di navigazione tedesca Reederei Jaegers – si aggiunge la secca dei fiumi.

Il Po
Come racconta Bloomberg in un lungo reportage, nella Pianura Padana, fonte del 30 per cento della produzione agricola italiana, ad essere piagate dalla siccità sono soprattutto le piantagioni di mais e girasole, spingendo molti coltivatori di riso a rinunciare alla coltivazione dopo che il fiume è sceso ai livelli più bassi da settant'anni. Alla foce, a Sud di Venezia, l'aumento della salinità soffoca l'allevamento di vongole e cozze, come riferisce la Coldiretti. Circa il 30 per cento delle vongole della zona è andato distrutto e circa 2,300 pescatori vedono il loro lavoro a rischio.

Il Danubio
È un fiume cruciale per il trasporto di energia e per portare le merci del porto di Rotterdam nell'entroterra della Germania. Il Reno è fondamentale per il trasporto di carbone, soprattutto in questo periodo che ha visto la riapertura delle centrali elettriche che utilizzano questa materia prima. Sono in corso dragaggi d'emergenza in Bulgaria, Romania e Servia, soprattutto per liberare le navi incagliate, con punti critici a valle del fiume Cernavoda, che collega l'Ucraina. Alla fine del mese la nave da crociera fluviale Adora, della compagnia Union Group, ha dovuto far scendere i 130 passeggeri a bordo dopo essersi bloccata durante un in viaggio verso Passau, in Germania, al confine con l'Austria. Il 7 agosto all'altezza di Kaub, un centianio di chilometri a Sud di Colonia, il Danubio ha raggiunto un punto critico, i 49 centimetri, nove centimetri sopra il livello in cui è considerato antieconomico navigare. E la situazione non è migliore all'altezza di Colonia, dove in alcuni punti si raggiungono i 90 centrimetri e un ristorante galleggiante si è arenato, o a Duisburg, dove il minimo toccato è stato di 1,75 metri. Si prevede che all'altezza di Francoforte si scenderà fino a 37 centrimetri di pescaggio, condizioni impossibili per navigare. In Olanda alcuni traghetti si sono dovuti fermare, colpendo il traffico di automobili, camion e biciclette in alcune aree.

Stiamo parlando di un pezzo di mare che entra nel cuore del continente. Il Danubio, il Mosa, il Reno, l'Elba - che sfociano tutti nel Mare del Nord, tranne il Danubio nel Mar Nero – insieme ad altri fiumi trasportano ogni anno merce per 80 miliardi di dollari, circa una tonnellata l'anno per ogni residente dell'Unione europea. Attraversano fino a quindici stati: Germania, Austria, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Romania, Bulgaria, Moldavia, Svizzera, Liechtenstein, Ucraina. Secondo i calcoli di Albert Jan Swart, economista dei trasporti presso l'ABN Amro, la terza banca dei Paesi Bassi, questo prolungato periodo di siccità colpirà l'economia soprattutto di Germania e Olanda in misura maggiore della secca record che colpì il Reno nel 2018, portando a un calo della produzione industriale contenuto ma significativo, intorno allo 0,4 per cento con un danno quantificato intorno ai 5 miliardi di euro. «La capacità di trasporto interno – spiega Swart - sarà gravemente limitata fintanto che non pioverà abbondantemente. A questo si aggiungono anche i danni causati in Germania dai prezzi elevati dell'elettricità. Parliamo di diversi miliardi di euro».

Il Reno
Circa 58 milioni di persone, praticamente la popolazione italiana, vivono nell'area del Reno. La sua acqua viene utilizzata per bere, irrigare, produrre energia e trasportare merci. È il fulcro della rete europea dei trasporti fluviali. È collegato al Danubio tramite un canale e scorre per oltre mille chilometri sfociando nel primo porto d'Europa, Rotterdam. Ci sono le alternative al trasporto su chiatta in questi casi, il camion, ma per trasportare l'equivalente di quello che mediamente viene spostato su fiume da una chiatta ci vorrebbero 110 camion, in un contesto in cui, soprattutto in Germania, c'è una mancanza cronica di autisti, circa 80 mila ad oggi. 

«I fiumi non diventeranno inutili per il trasporto, ma è probabile che diventino meno affidabili in futuro», afferma Fred Hattermann, ricercatore climatico presso l'U di Pottsdam. «Il modello just in time – continua - è giunto al termine. Dobbiamo creare più buffer nel nostro sistema».

La siccità non colpisce soltanto la navigazione fluviale ma anche le centrali nucleari. La Francia, uno dei Paesi europei che utilizza maggiormente questa fonte di energia, deve vedersela con reattori che si raffreddano più lentamente per via del calore eccessivo dei fiumi.

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