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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Infrastrutture

Il Nord Ovest d'Italia perde competitività

Senza il raddoppio autostradale a Genova e quello della ferrovia Pontremolese, e a cento anni dal primo progetto per il Terzo Valico, il Next Generation Plan richiede un cambio di passo. Il punto di Confetra Liguria

Un sottopassaggio autostradale a Genova (David McKelvey/Flickr)

Un miliardo di danni piombati sulle spalle del comparto logistico ligure. Prima il crollo del ponte Morandi, poi i reiterati blocchi della rete autostradale, ora le conseguenze di una nevicata "non prevista". Ma per Alessandro Laghezza, presidente di Confetra Liguria, i dati resi noti di recente dal Comitato Salviamo Genova e la Liguria rappresentano solo la punta dell'iceberg. «La Liguria e tutto il nord ovest italiano – denuncia Laghezza – non sono solo chiamati a subire danni frutto di contingenze negative, ma scontano una perdita di efficienza e competitività che si riverbera su tutto il sistema produttivo italiano; anni e anni di colpevole e mancata pianificazione delle nuove opere e quindi di un funzionamento razionale della rete degli approvvigionamenti e della distribuzione».

«Torniamo a parlare della bretella autostradale di Genova e si scopre in queste ore che di certo non vi è nulla. Torniamo a parlare del raddoppio della ferrovia Pontremolese e si scopre che non rientra nella pianificazione del Governo. Esultiamo perché il Terzo Valico forse a fine 2023, a quasi 110 anni dal primo progetto, sarà completato ma il tratto svizzero del corridoio Reno-Alpi entrerà in funzione nel 2021. Al di là degli sviluppi del confronto in essere in seno al governo, è evidente, che per poter gestire le ingenti risorse del Next Generation Plan occorre un totale cambio di approccio e di passo».

Secondo Laghezza, lo stato di indifferenza e inadeguatezza ha abbracciato in questi anni l'intero sistema delle istituzioni, salvo rare eccezioni, senza risparmiare il mondo dell'associazionismo che è stato spesso incapace di reagire. 

«Non è solo il debito pubblico – sostiene Laghezza – che lasciamo in eredità ai nostri figli ma anche un Paese obsoleto, bloccato e incapace di decidere; le infrastrutture sono lo specchio di questa situazione ma anche il campo di battaglia su cui costruire il futuro. Se perdiamo lì non abbiamo chance».