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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Infrastrutture

Il modello Genova esempio per la pubblica amministrazione

Buona progettazione e amministrazione trasparente hanno permesso la ricostruzione del ponte in tempi certi, senza dimenticare le risorse a disposizione. Se n'è parlato al convegno Bureau-Osmos con Bucci, Toti, Signorini e Paita

Un momento del convegno Bureau-Osmos

Il cosiddetto modello Genova – quello associato alla ricostruzione del ponte Morandi – ha mostrato che l'unione della progettazione di qualità con la chiara distribuzione di responsabilità e competenze, amministrative e tecniche, nella pubblica amministrazione permetta di realizzare opere con tempi certi e veloci, permettendo alle stesse infrastrutture di essere realizzate senza invecchiare prima ancora di essere ultimate. È il messaggio lanciato nel corso del convegno tenutosi stamattina a Genova, presso il Comune, organizzato da Bureau Veritas Nexta e Osmos.

Il tema è quello della manutenzione delle grandi infrastrutture italiane. Il sindaco di Genova, Marco Bucci, ha ricordato come Genova e la Liguria si trovano per la prima volta a disporre di risorse che, includendo anche i fondi derivanti dall'accordo con Autostrade per l'Italia, superano i 7,5 miliardi e che il cosiddetto Modello Genova rappresenti la chiave di lettura per vincere questa sfida che è relativa al trasporto delle merci, delle persone, ma anche della cultura e dei dati. Sfida che può essere vinta solo applicando quelle tecniche di project management che hanno determinato il successo nella ricostruzione del Ponte Morandi, associando alla tecnica anche un nuovo livello di responsabilizzazione e di competenze che devono e stanno entrando nella pubblica amministrazione. Ciò vale – ha ricordato Bucci – anche e specialmente per la manutenzione che non può essere più reattiva ma deve diventare proattiva.

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha richiamato l'attenzione sull'etica della responsabilità e ha ricordato come il tema delle infrastrutture, ma anche delle difficoltà con l'apertura contemporanea di tanti cantieri, riguardi tutto il Sistema Italia. Proprio per questo il sistema di buone pratiche lanciato a Genova e in Liguria sta facendo scuola.

Il presidente dell'Autorità di sistema portuale della Liguria Occidentale, Paolo Emilio Signorini, ha focalizzato il suo intervento sulla necessità di compiere un salto qualitativo sul tema dell'individuazione e gestione del rischio all'interno della pubblica amministrazione come già accade nei gruppi privati. Di qui il bisogno cogente di un business continuity management e di quantificazione dei rischi associati alla manutenzione ordinaria. Il che genera un'esigenza di monitoraggio preventivo delle opere, ma anche – come sta accadendo nel caso Genova – un cambio di rotta sul tema dell'indennizzo e dei ristori.

Infine, Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ha acceso i riflettori sui limiti nel rapporto fra concedente e concessionario e quindi sul tema tutt'oggi irrisolto e oggetto solo di timidi provvedimenti relativo al tema del controllo delle opere pubbliche date in concessione. Tema che riguarda i concessionari privati ma anche l'Anas. Queste funzioni – ha ricordato – sono naufragate su piani economici e finanziari volutamente illeggibili così come su rendicontazioni e bilanci altrettanto criptici. Non si tratta di criminalizzare il ruolo dei privati, né di immaginare una sostituzione del pubblico da parte dei privati nelle funzioni di controllo. Il caso Genova ha creato le condizioni per fare chiarezza, trasparenza e dire la verità su tutto quanto si è sbagliato.

Tag: genova