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19 aprile 2024, Aggiornato alle 15,59
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Logistica

Exploit storico dell'agroalimentare italiano all'estero

Nei primi otto mesi di quest'anno esportazioni pari a 52 miliardi di euro, mai così tante. Germania prima destinazione, la Cina il Paese col tasso di crescita maggiore

(Carlo "Granchius" Bonini/Flickr)

Nei primi otto mesi di quest'anno l'Italia non ha mai esportato tanto agroalimentare, pari a un valore di ben 52 miliardi di euro. Sono le ultime proiezioni di Coldiretti, su base Istat, diffuse nel corso del Tuttofood di Milano.

Il primo paese di esportazione dell'agroalimentare italiano tra gennaio e agosto di quest'anno è stato la Germania, il cui flusso è cresciuto del 9 per cento. Seguono Stati Uniti (+3%), Francia (+9%) e Regno Unito, il quale vede calare il traffico per via dell'uscita dall'Unione europea. Gli stati di destinazione che crescono di più sono la Cina (+50%) e la Russia (+14%).

Secondo Coldiretti, l'exploit è dovuto all'emergenza sanitaria, che ha provocato, spiega in una nota, «una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della dieta mediterranea. E si registra anche un impatto positivo sulle vendite all'estero della vittorie sportive che hanno dato prestigio all'immagine del Made in Italy». 

«L'Italia può ripartire dai punti di forza con l'agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l'intera economia», commenta il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, secondo il quale «per sostenere il trend di crescita dell'enogastronomia Made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell'Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della "bolletta logistica" legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci. Il Recovery Plan – conclude Prandini – rappresenta dunque una occasione unica da non perdere per superare i ritardi accumulati e aumentare la competitività delle imprese sui mercati interno ed estero».

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Tag: economia